BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI, 23 SETTEMBRE
Anche questa mattina presto il Ministero della Salute ha diffuso i bollettini sulle vaccinazioni, che si confermano in crescita piuttosto leggera, trainata soprattutto dalle quarte dosi. Dall’inizio della pandemia, il totale delle somministrazioni è salito a 140.636.225, poco meno di 20.000 in più rispetto al bollettino vaccini di ieri. Restano stabili i dati sulle persone che hanno ricevuto la somministrazione di almeno una dose (il 91,55% della popolazione over 12) e sui soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale primario con due dosi (90,17% dei cittadini con più di 12 anni). Considerando anche i soggetti guariti dal Coronavirus, il 93,56% degli italiani è immunizzato contro l’infezione.
Questi dati mostrano come la situazione delle prime dosi sia ormai stabile, mentre i principali movimenti si vedono nei numeri delle due dosi booster. La terza dose ha registrato circa 2.000 inoculazioni in più rispetto a ieri, che ha portato il totale della popolazione idonea a essere immunizzata con tre dosi all’84,15%. La quarta dose registra invece un incredibile +15.000 dosi circa: il secondo booster è stato somministrato a 3.201.830 soggetti idonei (16,75% tra over 60, persone a rischio e fragili/immunodepressi)
BOLLETTINO VACCINI COVID, DOPO UN ANNO SPARISCONO GLI ANTICORPI
Dopo un anno, i soggetti che hanno contratto il Coronvirus senza aver prima ricevuto la vaccinazione non hanno più anticorpi. Lo ha sottolineato uno studio pubblicato su BioMed Central Medicine, a cura del Barcelona Institute for Global Health. Per arrivare a questa conclusione sono state effettuate analisi sieroepidemiologiche e raccolte informazioni su 1.076 cittadini catalani di età compresa tra i 43 e i 72 anni. A distanza di un anno dall’infezione, il 36% delle persone che erano infette ma non vaccinate non aveva più anticorpi rilevabili. Un dato riscontrato soprattutto tra gli over 60 e i fumatori presenti nel campione in esame.
“Questi risultati sottolineano l’importanza di vaccinare le persone anche se sono state precedentemente infettate – commentano gli autori dello studio – e confermano che l’immunità ibrida è associata a una protezione migliore e più duratura”. Lo studio è stato condotto prima dell’avvento di Omicron, perciò resta ancora da studiare se questa variante apporterà qualche modifica a quanto rilevato.