E’ stato comunicato poco fa il nuovo bollettino vaccini covid con tutti i dati aggiornati ad oggi, venerdì 25 giugno 2021. A quasi sei mesi esatti dall’inizio della campagna di vaccinazione, datata 27 dicembre 2020, la macchina organizzativa del Belpaese è stata in gradi di inoculare, con l’aiuto di numerosi attori protagonisti, ben 48.3 milioni di dosi di vaccini (+600mila rispetto a ieri, qui il bollettino), portando gli immunizzati, coloro che hanno già completato il ciclo vaccinale, a quota 16.9 milioni, dato che rappresenta il 31.3 per cento della popolazione vaccinabile italiana over 12.



Numeri che fanno decisamente ben sperare in vista dell’immunità di gregge, che secondo il commissario straordinario, il Generale Figliuolo, verrà in ogni caso raggiunta anche tenendo conto del recente intoppo riguardante AstraZeneca, la cui seconda dose non potrà essere somministrata agli under 60 dopo lo stop dell’agenzia italiana del farmaco e del Comitato Tecnico Scientifico, ufficializzato la scorsa settimana.



BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI 25 GIUGNO: IL COMMENTO DI SILERI

E sulla questione vaccini è intervenuto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che ha sottolineato gli errori di comunicazione fatti in questi ultimi mesi, in particolare proprio con AstraZeneca: “È dall’inizio della pandemia che si fanno errori di comunicazione – le sue parole ai microfoni de Il Fatto Quotidiano – non solo al ministero. Ricorda i tamponi, specie agli asintomatici? Anche nella comunità scientifica c’era chi diceva di sì e chi diceva di no. Problemi di comunicazione ci sono sempre stati a cominciare dall’Oms, specie su problemi nuovi”.



Quindi, sulla seconda dose di vaccino per chi è under 60 e ha già fatto AstraZeneca: “E’ giusto lasciare libertà di scelta a chi chiede Astrazeneca, secondo una valutazione del medico, pur consigliando l’eterologa. Che va bene anche sopra i 60 anni, fermo restando che i vaccini a vettore virale, Az e J&J, sono sicurissimi per quella fascia d’età. E comunque dev’esserci una ragione medica”. Poi spiega: “Non ce l’ho con Speranza semmai con certi ritardi di parte della struttura ministeriale. E il problema non sono le chiusure: è la mancanza di programmazione. Ai primi di maggio bisognava dire che, di lì a due mesi, si sarebbero potute togliere le mascherine all’aperto: se il 50 per cento è vaccinato con una dose, se non ci sono varianti pericolose, ecc… Invece si è arrivati all’ultimo”.