E’ stato comunicato poco fa il nuovo bollettino vaccini covid, quello aggiornato ad oggi, mercoledì 30 giugno 2021. Come sempre il ministero della salute ha diffuso il report poco dopo le ore 6:00 di stamane, e dallo stesso si evince che il numero totale di dosi somministrate dal 27 dicembre ad oggi è pari a 51 milioni, un dato che è cresciuto di 600mila unità nel giro di 24 ore (qui il bollettino di ieri). Un numero molto promettente soprattutto se sommato anche agli immunizzati, che ad oggi sono saliti in totale a quota 18.4 milioni, un dato pari al 34% della popolazione vaccinale over 12.



Dati positivi quindi emergono dalla campagna vaccinale in Italia e che avvicinano lentamente il Paese all’obiettivo dell’immunità di gregge, previsto fra ottobre e settembre. Infine diamo un consueto sguardo alle dosi consegnate ad oggi in Italia, pari a 55.3 milioni, di cui la stragrande maggioranza di Pfizer/BioNTech, 37.4 milioni, quindi altri 10.4 di AstraZeneca, 5.4 milioni di Moderna e infine gli 2 milioni di Janssen, il vaccino firmato Johnson & Johnson.



BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI 30 GIUGNO: IL TRENTINO E I NO VAX

La campagna di vaccinazione prosegue quindi spedita in tutta Italia anche se deve scontrarsi con alcuni gruppi di No Vax dislocati in varie zone della penisola. Molti di loro sono concentrati in particolare nella regione Trentino Alto Adige, come confessato anche da Arno Kompatscher presidente della provincia autonoma di Bolzano e della Regione autonoma, che interpellato quest’oggi dai microfoni del Corriere della Sera ha spiegato: “Non è una sfida logistica o organizzativa, adesso convincere gli incerti è una battaglia culturale. Sappiamo che qui le posizioni no vax sono molto radicate”.



Kompatscher ricorda un po’ amareggiato: “Siamo partiti benissimo, eravamo tra i primi per le somministrazioni. Questo significa che dal punto di vista logistico-organizzativo tutto ha funzionato alla perfezione. Ma sapevamo di essere un territorio dove le posizioni no vax sono più radicate, si sente l’influenza dell’area germanica. Adesso dobbiamo vincere una battaglia culturale”.