Il bollettino vaccini Covid di oggi, domenica 4 settembre 2022, ci riconsegna, per mezzo dei dati raccolti sul portale allestito dal governo e dal Ministero della Salute, la situazione aggiornata alla data odierna circa la campagna vaccinale contro il Coronavirus, avviata in Italia il 27 dicembre 2020. Secondo le informazioni più recenti, in tutto sono 140.398.164 le dosi di vaccino anti-Covid somministrate nel nostro Paese, pari al 98,4% delle dosi consegnate, che ammontano a 142.683.966.



Nella fascia over 12, vaccinato con almeno una dose è il 91,54% della popolazione, mentre il ciclo completo con le due dosi riguarda il 90,17% della popolazione. La dose addizionale/richiamo (booster) comprende l’84,06% della popolazione potenzialmente destinataria, mentre la quarta dose è stata inoculata al 20,51% della popolazione immunocompromessa e al 16,82% della popolazione che ha ricevuto la prima dose booster da almeno 4 mesi. E la fascia 5-11 anni? A essere vaccinato con almeno una dose è il 38,39% della popolazione, mentre il ciclo vaccinale completo riguarda il 35,11% della platea.



BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI 4 SETTEMBRE 2022: LE PAROLE DI GUIDO SILVESTRI

Letto il nuovo bollettino vaccini Covid riferito alla giornata di oggi, riportiamo le impressioni che Guido Silvestri, direttore del dipartimento di patologia della Emory University di Atlanta, ha esternato sul “Corriere della Sera” circa la necessità di una nuova dose vaccinale: “La farei a tutti, perché è vero che il rischio ora è molto più basso, ma c’è. E se col vaccino elimino il 90% di quel pochettino di rischio residuo, perché non farlo? Prendiamo un 40enne sano: anche se le chance che sviluppi una malattia grave sono poche, non vedo la ragione di rinunciare a un’ulteriore copertura che garantisca più sicurezza, soprattutto per chi ha fatto la terza dose molti mesi fa”.



“Purtroppo – ha aggiunto Silvestri – sembriamo aver già dimenticato fino a che punto questi vaccini ci hanno cambiato la vita, quanto il mondo fosse spaventato, il senso di impotenza di quei primi mesi, l’essere davanti all’unica alternativa di restare chiusi, con danni terribili per tutti, dalle scuole alle imprese, o accettare tantissimi morti. In questa ultima ondata il massimo di ricoveri contemporanei in tutta Italia in terapia intensiva è stato di 300, durante la prima eravamo a 4mila e passa”.