Anche per oggi, giovedì 6 luglio 2022, il bollettino vaccini covid è stato aggiornato dal ministero della salute e dall’Iss, l’Istituto superiore di sanità. Poco dopo le ore 6:00 di questa mattina il nuovo report è stato pubblicato puntuale come sempre sul sito apposito, con tutti i nuovi numeri ufficiali, a cominciare dal totale delle dosi somministrate, giunte a quota 183.3 milioni, con una differenza di dosi rispetto al computo aggiornato nel bollettino vaccini covid di ieri di circa 50mila.



Le quarte dosi continuano a crescere troppo lentamente nonostante siano raccomandate per fragili e anziani, e ad oggi sono salite a quota 932.800, mentre le terze dosi, il primo booster, sono praticamente ferme, leggasi 39.8 milioni di somministrazioni, per una percentuale dell’83.4 per cento. Infine, per quanto riguarda i dati delle persone immunizzate, coloro che cioè hanno completato il ciclo vaccinale, e quelle con la prima dose, i numeri ufficiali raccontano di 48.6 e 49.4 milioni di inoculazioni.



BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI 6 LUGLIO: IL COMMENTO DI PALU’

Il bollettino vaccini covid di oggi mostra quindi ancora numeri decisamente scarni, ma le cose potrebbero cambiare dal prossimo autunno, con l’arrivo del nuovo siero aggiornato contro Omicron. Giorgio Palù, virologo, docente e stimato numero uno dell’Aifa, l’agenzia di stampa italiana, ha spiegato: “Il vaccino bivalente a mRNA aggiornato sul ceppo Ba.1 potrebbe essere approvato per settembre. Per quelli aggiornati su Ba.4 e 5 bisognerebbe aspettare l’inverno. Troppo in là”.

Secondo Palù andrebbe somministrato “a tutti gli over 60 a prescindere dalla presenza o meno di patologie. Del resto è quello che si fa con il vaccino antinfluenzale”. Sugli ultimi dati del covid, Palù aggiunge: “ai dati resi noti il 30 giugno dal Centro europeo per il controllo delle malattie, possiamo dire di avere certezza della minore patogenicità di Ba.1 e Ba.2, mentre su Ba.4 e 5 i dati sono minori. Ma oltre ai tanti riscontri clinico-epidemiologici, anche un recente studio pubblicato in America, e che ha interessato una quota significativa di popolazione, indica che i casi di polmonite si sono ridotti moltissimo”.