Anche quest’oggi, domenica 6 marzo 2022, alle 6.18 il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno comunicato i dati relativi al nuovo bollettino vaccini Covid a livello nazionale. La campagna vaccinale anti-Coronavirus nel nostro Paese, che ha preso il via ufficialmente il 27 dicembre 2020, è giunta – in base alle statistiche annunciate in data odierna – ad un totale di 134.564.100 dosi somministrate, esattamente 86.827 in più rispetto a quanto riportato nel bollettino di sabato.
Le terze dosi, invece, hanno toccato quota 37.819.698, mentre gli italiani con almeno una dose sono giunti a quota 50.648.171, il che significa che il 91,26 per cento della popolazione vaccinabile del nostro Paese sta per completare il ciclo vaccinale primario con due dosi. Con due dosi ricevute, figurano invece 48.314.572 nostri concittadini, l’89,45% per cento della platea, mentre coloro che sono guariti da meno di sei mesi, e che hanno ricevuto almeno le prime due dosi, sono in totale 42.308.961. L’immunità di gregge, calcolata sul ciclo vaccinale primario, è pari a una percentuale del 79,49%.
BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI, 6 MARZO: IL REPORT DELL’ISS SULLA REINFEZIONE
Dopo avere esaminato i numeri che danno vita al nuovo bollettino vaccini Covid, riportiamo l’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità, in cui si evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione nei soggetti con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti; nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi.
“Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito familiare – si legge nel report – e il pericolo di reinfezione è alto negli operatori sanitari e nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente, il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età con più di 60 anni”.