Nel consueto bollettino coronavirus che ogni mattina la Regione Veneto rende noto, si può osservare come purtroppo ancora 10 persone nella scorsa notte non ce l’hanno fatta e sono morte negli ospedali veneti essendo positivi al coronavirus: rispetto a ieri, salgono purtroppo anche i contagi nuovi con +389 positivi mentre gli unici dati positivi risalgono ai ricoverati non critici e in terapia intensiva che alano in entrambe le statistiche. In attesa della conferenza stampa in diretta dalla sede della Protezione Civile regionale con il Governatore Zaia, il punto sui numeri è reso dai dati del Gazzettino: +10 morti, con 736 decessi dall’inizio pandemia (666 negli ospedali) mentre i contagiati con i nuovi 389 passano a 10170, con 1503 negativizzati (i contagi dalla fine febbraio sono in tutto 12410).

In isolamento il Veneto conta tra contagiati e loro contatti 18.886 persone, mentre i ricoverati in area non critica sono 1.554, 4 in meno di ieri: infine, in terapia intensiva 285 (-4) oltre a 1349 dimessi-guariti. Sul fronte contagi a livello territoriale, resta Verona con Padova le aree con maggiori positività al coronavirus: 2534 contagiati e 168 negativizzati virologici nel Veronese, 2529 contagiati (escluso Vo’ Euganeo) e 315 negativizzati (ovvero positivi al primo tampone e negativi al secondo) nel Padovano.

IL BOLLETTINO DI IERI

Ancora trenta vittime – e già solo per questo resta il coronavirus un’emergenza gravissima – ma calano e non poco i contagi: nel bollettino diffuso ieri sera dalla Regione Veneto si registrano meno di 100 nuovi positivi al Covid-19 (solo 96, con Verona e Vicenza ai minimi da 10 giorni a questa parte) e un deciso rallentamento parallelo di ricoveri e terapie intensive. Il bollettino del Veneto per la giornata di martedì 7 aprile – in attesa dei nuovi aggiornamenti in arrivo dalla consueta conferenza stampa del Governatore Zaia (diretta video Facebook attorno alle 12.30) – vede 9 decessi nella notte e altri 22 fino alle ore 18, un totale di 31 morti che fa salire il dato complessivo a 722 vittime per coronavirus dall’inizio della pandemia.

Sui 604 morti registrati ieri a livello nazionale dalla Protezione Civile, il Veneto “contribuisce” con il 5% dietro a Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna come regioni tra le più colpite. Per quanto riguarda i contagiati positivi, il bollettino registra salita a 10.245 con i negativizzati virologici che invece restano 1.054: calano e molto i malati in terapia intensiva (289, -27 rispetto a lunedì), mentre in isolamento domiciliare restano 18866 veneti (con 1316 dimessi).

Qui la diretta video Facebook della conferenza stampa con Luca Zaia

CORONAVIRUS VENETO, COME USCIRE DALLA CRISI? PARLA CRISANTI

In merito alla “polemica” sulla differenza che la Regione Veneto fa ogni giorno tra morti in ospedale e vittime complessive, il Governatore Luca Zaia ha spiegato ieri in conferenza stampa la posizione chiara della Regione in merito: «Non è un magheggio. Lo sapete anche voi che nel bollettino ufficiale ci sono tutte le categorie ma questo è il dato che ci viene chiesto a livello nazionale, i morti in ospedale». Siamo ancora in attesa di una risposta dell’Iss o della Protezione Civile in merito, dopo che nei giorni scorsi a domanda precisa il Presidente Brusaferro non seppe dar risposta al come vengono tracciati i bilanci dei decessi fuori dagli ospedali.

In attesa del nuovo bollettino con tutti gli aggiornamenti e con le nuove tendenze di contagio anche per l’8 aprile in tutta la Regione Veneto, da segnalare l’intervento svolto ieri dal virologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di virologia e microbiologia dell’università di Padova: «La ripresa sarà lunga e costellata di focolai» e «potrà avvenire solo in presenza di 3 condizioni fondamentali. Sarebbe un errore partire con qualcosa di improvvisato», ha spiegato ieri intervistato dall’Adnkronos in merito alla prossima, si spera imminente, Fase 2 del coronavirus (convivere con il virus e non più solo quarantena).

«Punto primo: non si potrà prescindere dalla distribuzione su larga scala di dispositivi di sicurezza, dalle mascherine ai guanti e così via. Il secondo aspetto indispensabile è il rafforzamento della medicina del territorio e dei servizi sul territorio, a partire dai servizi di diagnosi, senza dimenticare il monitoraggio dei luoghi di lavoro», ribadisce ancora Crisanti, concludendo poi con l’ultimo tassello non meno importante «occorrerà accettare di rinunciare in parte alla propria privacy per garantire il tracciamento elettronico dei contatti nel caso di soggetti infetti».