Le trattative tra il gruppo Bolloré e quello italiano Msc per rilevare le attività di trasporto e logistica svolte dai francesi in Africa hanno avuto successo. Ma prima che queste venissero avviate e venissero portate a termine vi erano stati altri contatti tra la famiglia Bolloré e la multinazionale marsigliese Cma Cgm diretta da Rodolphe Saadé, quarto armatore nel mondo. La multinazionale marsigliese aveva avviato le trattative col gruppo francese nel 2021 potendo contare sul fatto che il suo fatturato era aumentato del 50%; ma questa offensiva era stata supportata anche da da un’altra grande multinazionale a livello globale nel settore logistico e cioè Abu Dhabi Ports (Adp), filiale della holding dell’omonimo emirato Adq, che da inizio anno lavora per rafforzare la propria posizione a livello internazionale e in particolare in Africa per superare il suo competitore Dubai Ports World.



L’8 settembre Rodolphe Saadé ha firmato con il presidente di Abu Dhabi Ports e membro del consiglio esecutivo di Abu Dhabi, Falah Mohammed al-Ahbabi, un accordo per un periodo di 35 anni. Questa alleanza è incentrata sulla creazione di un nuovo terminal, co-gestito da Cma e Abu Dhabi Ports, nel porto di Khalifa. Ma è potenzialmente portatrice di altri sviluppi, soprattutto in Africa, dove la holding emiratina sta già lavorando da diversi mesi per rafforzarsi nel settore portuale. Con un azionista dalle tasche profonde, Abu Dhabi Ports voleva accelerare il suo sviluppo attraverso un’acquisizione su larga scala. I bersagli non erano numerosi all’epoca e Bolloré era in cima alla lista.



All’inizio di ottobre, Rodolphe Saadé ha fatto sapere a Cyrille Bolloré del suo interesse per Bolloré Africa Logistics. Il processo è stato preceduto da lunghe discussioni con il banchiere d’investimenti Jean-Marie Messier, consigliere della famiglia Saadé da quando ha guidato il salvataggio del gruppo dieci anni fa. Ma l’approccio di Cma è stato rifiutato dal gruppo Bolloré. Cma non si scoraggia e nel tentativo di penetrare nelle intenzioni di Bolloré, incarica anche una società di intelligence economica francese.

Ma ad Ad Abu Dhabi i soci della Cma stanno diventando impazienti: sono passati due mesi dalla firma della loro alleanza con l’armatore e nulla sembra concretizzarsi sul caso Bolloré. Gli emissari della compagnia statale degli Emirati hanno però iniziato a percorrere il continente africano, allacciando contatti con funzionari portuali, in particolare nei Paesi in cui Bolloré è attivo.



Ma ecco la sorpresa: venerdì 15 ottobre Le Monde titola in prima pagina “Vincent Bolloré pronto a vendere le sue attività logistiche in Africa”. L’articolo, che evoca un progetto di vendita molto impegnativo, fa oscillare la torre Bolloré: per tutto il weekend, i presidenti dei Paesi africani in cui opera Bolloré quale centro logistico chiamano i vertici del gruppo per sapere se vogliono abbandonare il continente. In privato, il colosso francese assicura ai capi di Stato africani la sua volontà di rimanere in Africa. In pubblico, invece, l’azienda non fa commenti e prosegue la sue consultazioni.

In questa fase, l’esecutivo francese viene informato del progetto. Un’eventuale cessione avrebbe infatti conseguenze strategiche per la Francia: Bolloré Transport & Logistics si occupa degli aspetti logistici delle forze armate francesi schierate in Africa. L’apertura delle trattative tra Bolloré Transport & Logistics e potenziali acquirenti elettrizza lo staff di Rodolphe Saadé. Non rassegnandosi a essere tenuto fuori dal processo, l’amministratore delegato di Cma Cgm ha contattato direttamente Cyrille Bolloré all’inizio di dicembre.  Ma, di nuovo, viene allontanato.

Una settimana dopo, Msc e Bolloré Transport & Logistics decidono di avviare trattative in esclusiva.

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