Migranti Bologna, chiude l’Hub di via Mattei: proteste di lavoratori, sindacati e attivisti per il trasferimento dei 183 ospiti del centro. Come riporta Repubblica, venerdì il Viminale ha predisposto la chiusura per effettuare lavori urgenti di ristrutturazione e i primi pullman per il trasferimento di migranti partiranno alle ore 15.00: cinque ospiti che hanno lo status di rifugiati sono stati portati a casa Makeba, centro gestito da Arci e Antoniano, mentre altri migranti hanno lasciato volontariamente il centro. L’assessore regionale Massimo Mezzetti ha chiesto subito un tavolo in Prefettura con Comune e Regione per evitare tensioni: «Mi pare che ci sia una anticipazione sui tempi. Fatte salve le prerogative del Viminale noi dobbiamo evitare che si creino inutili tensioni in città. Siccome riteniamo che in Emilia-Romagna esista una rete di associazioni e di volontariato in grado di assorbire e alleggerire eventualmente questa tensione, riteniamo utile che la Prefettura convochi un tavolo con Regione e Comune per trovare una soluzione, la più serena e tranquilla possibile».
MIGRANTI BOLOGNA, CHIUDE HUB VIA MATTEI: LE PAROLE DEL SINDACO
Sul caso è intervenuto anche il sindaco Virginio Merola, che ha tenuto a precisare: «Siamo di fronte a un’iniziativa del ministro dell’Interno Salvini, che ha pensato bene di chiudere l’hub di via Mattei senza avvisare il Comune. Le conseguenze sono tensione in città, persone che resteranno senza lavoro e una situazione di incertezza degli ospiti, che devono decidere di farsi portare in Sicilia o se sono liberi di andare da altre parti». Prosegue il primo cittadino: «Il tutto senza misure di accompagnamento. L’averci messo di fronte a fatto compiuto ha scatenato la tensione, ciò che vogliamo fare come amministrazione comunale è di attivare un tavolo di salvaguardia per l’occupazione della città metropolitana, per occuparci delle persone che resteranno senza lavoro, allo stesso tempo avremo un incontro in Prefettura per definire le modalità e i tempi della ristrutturazione, in modo da poter tener presente che il subentro di eventuali nuovi gestori prevede la clausola sociale, quindi il rimpiego degli attuali lavoratori. Tutto questo poteva essere evitato, bastava concertarlo e fare un piano adeguato: oggi la struttura verrà chiusa. Questa non è responsabilità del Comune, si è voluta creare tensione quando le cose potevano essere governate diversamente».