I FRATELLI MUSHTAQ DAVANTI AL GIP DI BOLOGNA
Pubblicava materiale inneggiante alla jihad, ad Al Qaeda e all’Isis, ma era convinta di non avere seguito Rida Mushtaq, la 22enne pakistana arrestata a Bologna con l’accusa di essere a capo di un’associazione con finalità di terrorismo. Nelle scorse ore ha reso dichiarazioni spontanee al gip, seppur brevi, nelle quali ha spiegato di non pensare di essere seguita e che pubblicava quei contenuti per “divertimento“.
Ma le indagini riferiscono che avrebbe portato all’estremismo il fratello minore Hasham, anche lui arrestato alla Vigilia di Natale. Il lavoro svolto dal Ros dei carabinieri, coordinati dalla Dda e dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, si è concentrato sugli account social, rilevando come in pochi mesi il 19enne abbia cambiato stile di vita, iniziando a osservare la religione islamica, facendosi crescere la barba e indossando gli abiti previsti dalla dottrina radicale. Ma è arrivato anche a leggere il Corano in piazza e altri punti in alcune zone di passaggio della città con l’obiettivo di fare proseliti.
IL PROSELITISMO SOCIAL: LE INDAGINI
I due “fratelli della jihad” si sono presentati dal gip per l’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto. Entrambi non hanno voluto rispondere alle domande del gip, preferendo invece rendere brevi dichiarazioni spontanee tramite le quali hanno provato a ridimensionare le loro posizioni, soprattutto le accuse che sono state mosse contro di loro dalla Dda. Le difese non hanno al momento fatto richiesta di misure alternative, ma potrebbero farlo in un secondo momento, stando a quanto riportato dal Resto del Carlino.
In questa vicenda sono coinvolti altre tre persone: si tratta di una ragazza di 18 anni di origini algerine, che è considerata la “mente” di questo gruppo con la 22enne, il gestore di due locali di kebab in provincia di Gorizia, un 20enne marocchino che però ora è latitante e che sarebbe partito per l’Etiopia forse per arruolarsi con i jihadisti. Il gruppo sarebbe stato attivo soprattutto online, sfruttando diversi account social per veicolare contenuti ad hoc con l’obiettivo di recuperare aspiranti jihadisti.