Il report relativo agli occupati e ai disoccupati in Italia diffuso dall’Istat ha generato reazioni di profonda preoccupazione a livello sindacale, con previsioni catastrofiche per i mesi a venire se non saranno adottate misure adeguate da parte del Governo. Ad esempio, Tania Scacchetti, segretario confederale Cgil, ha asserito che “sono dati che non sorprendono e purtroppo evidenziano un rischio sempre più imminente: se a primavera non verrà prorogato il blocco dei licenziamenti, saremo di fronte a una vera e propria bomba sociale”.
Inoltre, evidenzia Scacchetti, “donne, giovani e lavoratori autonomi hanno già pagato un prezzo altissimo, destinato a salire qualora non si mettano in campo strumenti straordinari e innovativi per governare la fase di transizione che verrà determinata dall’onda lunga della crisi”. Per questa ragione, “chiediamo di riformare subito il sistema di protezioni sociali. Dobbiamo rilanciare il contratto di solidarietà difensiva e creare un sistema universale di sostegno al reddito che non lasci indietro nessuno, a partire dai lavoratori con contratti precari e discontinui”.
“SENZA BLOCCO LICENZIAMENTI SARÀ BOMBA SOCIALE”: LE VOCI DEI SINDACATI
A palesare senza troppi giri di parole inquietudine per lo scenario occupazionale italiano è stata anche Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, che, come riportato da Rai News, ha affermato: “Se un lavoratore, oltre al terrore di ammalarsi, deve anche affrontare il licenziamento, è ovvio che non regge più il Paese e avremo dei conflitti sociali assurdi. I dati Istat parlano chiaro: più disoccupazione, soprattutto femminile e giovanile, e tanti autonomi che chiudono, tanti piccoli negozi come imprese piccole di tutti i settori. L’occasione del Recovery Plan è straordinaria per rilanciare la nostra economia”. Infine, ha detto la sua anche Pierpaolo Bombardieri, numero uno della Uil, dettosi fermamente contrario alla possibilità di vedere prorogato il blocco dei licenziamenti esclusivamente per i settori in crisi: “Quando sono stati dati i soldi dell’Irap non sono state fatte selezioni – dichiara –. I soldi sono stati dati alle aziende in modo indistinto. Non si capisce perché quando si parla di lavoratori dovremmo fare una selezione dei settori che stanno in crisi. Chiediamo al Governo di utilizzare il programma Sure”.