Le bombe a grappolo potrebbero presto rientrare tra gli armamenti in dotazione all’esercito dell’Ucraina per contrastare l’esercito russo. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione Biden, infatti, potrebbero essere incluse nel prossimo pacchetto di aiuti militari diretto a Kiev da parte degli Stati Uniti, dopo che per diversi mesi sono state al centro di parecchie, ed accese, polemiche.
Di fatto le bombe a grappolo sono un tipo di armamento estremamente distruttivo, oltre che completamente imprevedibile nei suoi esiti, e la stessa Casa Bianca era stata subito reticente a fornirle all’Ucraina. Ora, invece, sembra che qualcosa sia cambiato e ben presto potrebbe arrivare l’annuncio ufficiale da parte del presidente americano Joe Biden. Dal conto suo, Kiev, ha richiesto questo particolare tipo di artiglieria fin dai primi momenti dello scoppio della guerra, sottolineando la loro utilità strategica per contenere le truppe di Mosca, a maggior ragione ora che è in corso la controffensiva. La decisione di fornire le bombe a grappolo a Kiev farebbe seguito ad una consultazione interna al Pentagono, che ha stabilito l’utilità delle munizioni “specialmente contro le posizioni russe trincerate sul campo di battaglia”.
Bombe a grappolo: cosa sono, come funzionano e perché sono criticate
Di fatto, insomma, Kiev potrebbe presto ricevere una prima fornitura di bombe a grappolo da parte degli Stati Uniti, ma mancherebbero ancora conferme ufficiali, seppur la circostanza sia ribattuta da diversi quotidiani americani ed esteri. Si tratta di un tipo di armamento piuttosto controverso a livello internazionale per via del suo potere estremamente distruttivo e dell’imprevedibilità degli esiti post lancio sul campo di battaglia.
Sviluppate ed utilizzate per la prima volta durante la seconda guerra mondiale, le bombe a grappolo sono una classe di armi che include razzi, missili e proiettili. Al loro interno, oltre ai materiali per la detonazione, sono contenute diverse altre munizioni più piccole, che si disperdono a mezz’aria dopo che l’ordigno che le contiene si rompe. L’esito è, concretamente, quello di una pioggia di proiettili (nella maggior parte dei casi esplosivi) in grado di propagarsi per vastissime aree, maggiori a quelle della detonazione classica. Nella seconda guerra mondiale le bombe a grappolo hanno ucciso tra i 56 mila e gli 86 mila civili, ragione che ha portato più di 100 paesi a firmare un accordo (non vincolante) che ne abolisse l’utilizzo. Russia, Ucraina e Stati Uniti non sono tra i firmatari, mentre a conti fatti il loro utilizzo sul campo non rappresenta un crimine di guerra.