Due bombe molotov sono state lanciate nel parcheggio per il personale del carcere femminile di Rebibbia, a Roma, la notte scorsa. A denunciare quanto accaduto, come riportato da Repubblica, è stato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, attraverso una nota in cui l’avvenimento è stato definito come “l’ennesimo atto intimidatorio” che per questa volta è stato “per fortuna privo di conseguenze”.
Il sindacalista ha condannato duramente gli autori del gesto, finora rimasti anonimi. “Mentre a Milano evadevano sette detenuti del circuito ancora impropriamente definito per minorenni, visto che l’età dei reclusi può spingersi fino ai 25 anni, e venivano appiccati incendi, a Roma si attentava alla sicurezza degli operatori con bottiglie molotov lanciate nel parcheggio a loro riservato”, ha scritto. Da qui poi la richiesta alle autorità affinché si ottemperi ad evitare situazioni di potenziale pericolo per coloro che operano nell’istituto penitenziario.
Bombe molotov lanciate nel parcheggio di Rebibbia: la denuncia di Uilpa
Le bombe molotov lanciate nel parcheggio del carcere romano di Rebibbia, dunque, rappresentano l’ennesima dimostrazione delle lacune nella sicurezza penitenziaria. È per questo motivo che Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, è tornato a chiedere maggiori tutele, anche in termini normativi.
“Serve un decreto carceri che, con carattere d’urgenza, affronti l’emergenza e potenzi la Polizia penitenziaria mancante di 18 mila unità”, ha scritto ancora il sindacalista nella nota. E aggiunge: “È necessaria anche una legge delega per riforme complessive che reingegnerizzino il sistema d’esecuzione penale, ristrutturino il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità e riorganizzino il Corpo di polizia penitenziaria”. I margini di intervento sono dunque tanti, adesso spetta alle autorità competenti rispondere al più presto all’appello.