A Storie Italiane si torna a trattare l’annosa questione delle bombole d’ossigeno. In Campania ed in particolare a Napoli vi è un’enorme carenza in quanto le persone non restituiscono le bombole alle farmacie nonostante le abbiano già utilizzate. Il programma di Rai Uno ha intervistato alcuni farmacisti, che si sono espressi così sulla vicenda: “Stiamo cercando di chiedere più bombole ma non si trovano, non so come fare, c’è gente disperata; bombole non se ne trovano, è un grande danno, vengono pazienti che hanno bisogno, bisogna fare questo appello, portate bombole indietro, vuote”. Un altro farmacista invece ha spiegato: “C’è carenza, non riescono a reperire i contenitori, malati covid hanno bisogno 5 bombole da 27 litri al giorno, il tempo poi di prelevarla e ricaricarla, e la bombola è disponibile anche dopo due giorni”. Quindi un altro racconto, simile ai due precedenti: “Noi cerchiamo di barcamenarci cercando di accontentare i bisognosi, non possono discriminare un paziente, arrivano persone che piangono, in lacrime, in singhiozzi, che chiedono di poter fornire dell’ossigeno, mi sono sentita un verme perchè non potevo soddisfare questa esigenza”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BOMBOLE OSSIGENO, FABER “SITUAZIONE COMPROMESSA, INVITALIA CI CHIAMA SOLO ORA…”

L’epidemia Covid si aggrava e torna l’emergenza ossigeno. La situazione è complicata, fuori controllo in alcune zone d’Italia, come in Puglia, Campania, Lombardia e Piemonte. I produttori delle bombole d’ossigeno negano ogni responsabilità riguardo la carenza improvvisa. «Passata l’emergenza di marzo-aprile nessuno ci ha più ricontattato», ha dichiarato all’Ansa Giovanni Toffolutti, amministratore delegato di Faber Industrie, l’azienda che le produce. Nello sfogo ha anche attaccato Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa che è controllata dal ministero dell’Economia ed è guidata da Domenico Arcuri, il quale è pure commissario straordinario all’emergenza coronavirus. «Invitalia ci ha chiamato venerdì per un primo confronto ma i nostri tempi di consegna sono di circa due o tre mesi. La situazione è in parte compromessa», ha aggiunto. Inoltre, Giovanni Toffolutti si è detto stupito dalle difficoltà emerse, visto che «i tempi per la programmazione c’erano», quindi si poteva fare meglio.



EMERGENZA BOMBOLE OSSIGENO, “INVITALIA IN RITARDO”

«Anche sull’autonomia delle bombole avevamo lanciato un appello per migliorare il sistema, ma nessuno ci ha ascoltato», ha dichiarato Giovanni Toffolutti. «Per quella che è la nostra esperienza, troviamo sorprendente il fatto che il mercato denunci una mancanza di bombole nella misura in cui noi, che non siamo l’unico produttore, non abbiamo ricevuto un coinvolgimento da questo punto di vista». Lo standard del settore prevede una consegna nel giro di 2-3 mesi. «Il procedimento per la produzione di questo prodotto è alquanto complesso e soggetto ad una fase di validazione. Da parte nostra è imperativo ora cercare di dare delle risposte alla luce di una situazione già complessa, se non parzialmente compromessa», ha spiegato l’amministratore delegato di Faber Industrie. «Bisogna aumentare la pressione di esercizio. Oggi in Italia il medicale lavora a 200 bar, mentre all’estero si usa il 300 bar». Si poteva dare una risposta migliore e tempestiva alla luce della seconda ondata. «Si poteva sicuramente fare meglio».

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