Si avvicinano le elezioni Regionali in Emilia-Romagna ed il governatore uscente Stefano Bonaccini deve fare i conti con la grana punti nascita. Negli scorsi giorni il presidente Pd ha annunciato la riapertura dei punti nascita in accordo con il ministro della Sanità Roberto Speranza (il cosiddetto “Patto della salute”), un incontro in programma giovedì 23 gennaio 2020 per sbloccare un dossier molto discusso. L’opposizione si è scagliata contro l’esponente dem, sottolineando che «è mancata del tutto la volontà politica di riaprire i presidi di assistenza al parto di Borgotaro, Pavullo e Castelnovo né Monti». Un tema dibattuto anche in campagna elettorale, ma c’è un documento che sembra incastrare Bonaccini come spiega Il Giornale: «Nel Patto non c’è neanche l’ombra dei punti nascita», il commento di uno dei comitati…



CAOS PUNTI NASCITA, BONACCINI INCASTRATO DA DOCUMENTO

Di fronte all’annuncio di Stefano Bonaccini, che ha colto l’occasione per attaccare il precedente esecutivo, i comitati si dicono a dir poco scettici. Infatti, il documento siglato da ministero della Salute e Conferenza delle Regioni non cita in alcun modo i punti nascita. Il Giornale evidenzia che si parla unicamente di una “revisione” del decreto sugli standard dell’assistenza ospedaliera. Ma c’è di più: nel precedente documento – firmato dal Conte I – si parlava con chiarezza di “punti nascita”. Il comitato Salviamo le Cicogne è netto: «Nel frattempo è caduto il governo (gialloverde, ndr) e in quello attuale, con il Pd tornato al governo, quell’impegno è sparito dal Patto per la salute». E ancora: «Per ora sappiamo solo che gli standard verranno ‘rivisti’ ma questo non ci assicura che riapriranno i presidi. Tra il dire e il fare, in mezzo c’è il mare».

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