Inseguendo in scia quanto già detto in giornata dal suo stesso segretario di partito, anche Stefano Bonaccini ritiene che parlare in questo momento di Quirinale sia del tutto fuori tempo e poco rispettoso dei protagonisti “citati” dai vari totonomi (che già impazzano). Quindi ad esempio parlare di Draghi al Quirinale come errore in quanto ci sarebbe bisogno del Premier per fronteggiare la quarta ondata, oppure continuare a “candidarlo” per poter poi andare al voto a febbraio è «profondamente irresponsabile» secondo il Presidente dell’Emilia Romagna.
«Non ho mai visto decidere il nome del presidente della Repubblica con quattro mesi di anticipo. Se mi permette, il totonomi lo fa chi è in difficoltà, per non misurarsi coi problemi degli italiani e con l’agenda del governo», sottolinea Bonaccini intervistato dal “Corriere della Sera”. Nel giorno in cui emerge con prepotenza il nome di Giuliano Amato come possibile candidato al Colle, uno dei potenziali “rivali” di Letta per la prossima stagione alla guida del Partito Democratico “stana” qualsiasi totonome: «Se oggi discutiamo inutilmente del Quirinale, poi ci occuperemo della legge di bilancio a febbraio, quando sarà già stata approvata da due mesi? È una discussione surreale e al limite dell’irresponsabilità. E piuttosto irrispettosa nei confronti dei presidenti Mattarella e Draghi, le due personalità più autorevoli e credibili sul piano nazionale e internazionale».
DALLA POLITICA AL COVID: IL PUNTO DI BONACCINI
Si deciderà e voterà solo dopo la Manovra, dunque ad inizio 2022, ma fino ad allora occorre concentrarsi sui temi economici e ovviamente sulla emergenza Covid tutt’altro che “sopita”. «C’è l’obbligo del green pass e sta funzionando molto bene, visti i numeri dei vaccinati in Italia. Quasi nove italiani su dieci vaccinati, i giovani, con la fascia 19-29 anni con la più alta adesione: tutto ciò dimostra che le persone hanno capito, pur senza obbligo, e che c’è grande fiducia nella scienza. Non dimentichiamo i Paesi che hanno fatto una scelta diversa ora hanno numeri drammatici nei contagi, negli ospedali, nei decessi. E magari sono costretti a rincorrere il virus chiudendo le attività e infliggendo un altro duro colpo al lavoro e alla socialità», riflette ancora Bonaccini nel suo colloquio col “CorSera”. La vaccinazione è stata la priorità in Italia e per questo il nostro modello, continua il Governatore emiliano, «sta funzionando meglio sia sul piano sanitario che su quello economico. Coi vaccini abbiamo ridato la libertà agli italiani, altro che sciocchezze. E adesso, di fronte alla possibile quarta ondata, è il momento di non arretrare: chi non si è vaccinato lo faccia, non abbassiamo la guardiamo». Capitolo finale nuovamente sul fronte Quirinale, ma per parlare delle potenziali convergenze con gli altri partiti, in primis ovviamente il Centrodestra: «Auspico il massimo di convergenza perché il presidente è il capo dello Stato e il garante della Costituzione. Nel 2015 la destra si chiamò fuori, perdendo un’occasione. Spetta anzitutto a loro smentire di essere un’anomalia e dimostrarsi invece parte essenziale del gioco democratico».