La politica romana è molto fragile e non sempre in grado di cogliere i bisogni e le priorità dei cittadini: questo il giudizio di Stefano Bonaccini. Intervistato da La Stampa, il presidente dell’Emilia Romagna ha fatto il punto sull’emergenza sanitaria e sulla gestione del Governo giallorosso, il giudizio non può che essere negativo: l’esponente dem ha evidenziato di vedere un’enorme questione Paese e un bivio decisivo per il nostro futuro.



«Da un lato una pandemia che continua a mietere centinaia di vittime al giorno, mettendo a durissima prova la vita sociale dell’Italia. Dall’altro l’occasione inedita di poter disporre di risorse europee straordinarie, anche per aggredire nodi strutturali», ha spiegato Bonaccini, citando dossier come innovazione tecnologica e digitale, transazione ecologica, diseguaglianze sociali, occupazione femminile e giovanile. E nel suo mirino finisce il premier Giuseppe Conte: «È evidente che un passaggio così non lo si affronta né un uomo solo al comando, ma nemmeno con un caos organizzato intorno».



BONACCINI: “I SOLDI DEL MES LI AVREI PRESI IERI”

Stefano Bonaccini

ha bocciato l’ipotesi rimpasto di Governo, invocando un progetto per l’Italia: a suo avviso, infatti, questa discussione di palazzo rischia «di tagliare fuori le Regioni e i Comuni, i sindacati e le imprese, la cultura e la ricerca» e non c’è rimpasto che risolva. Il governatore dell’Emilia-Romagna è poi tornato a invocare il ricorso al Mes«i soldi li avrei presi ieri» – sottolineando i limiti dello scontro ideologico andato in scena.

Bonaccini si è poi soffermato sull’emergenza sanitaria e sul dibattito in corso sulle misure da adottare per le feste natalizie, rimarcando che non si può fare un solo metro indietro: «Bisogna limitare il più possibile gli spostamenti […] Abbiamo solamente chiesto di valutare la questione degli spostamenti per i piccoli comuni, questo sì, perché una restrizione identica per una metropoli e un piccolo borgo risulta incomprensibile, prima ancora che sbagliata».