Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ospite ieri alla trasmissione Otto e Mezzo si è reso protagonista di una frase sul tema innocenti e carcere che ha sollevato non poche polemiche. Al centro del suo intervento la riforma della prescrizione entrata in vigore a gennaio e che prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Secondo la riforma, dunque, nessun processo finirà in prescrizione se c’è stata almeno una sentenza di primo grado. A quel punto, la giornalista di Repubblica, Annalisa Cuzzocrea ha incalzato il ministro domandandogli cosa ne pensasse di coloro che finiscono in carcere in attesa di un giudizio definitivo ma che poi si rivelano innocenti. La replica di Bonafede è stata immediata: “Cosa c’entrano gli innocenti che finiscono in carcere? Gli innocenti non finiscono in carcere”. Ma i dati dei casi di persone innocenti finite per errore in carcere negli ultimi anno parlano chiaro, come evidenziato dalla stessa giornalista: “Dal 1992 al 2018 27mila persone sono state risarcite dallo Stato perché sono finite in carcere da innocenti, quindi gli innocenti finiscono in carcere”, ha insistito la Cuzzocrea.



“INNOCENTI NON FINISCONO IN CARCERE”, BONAFEDE FA CHIAREZZA SU FRASE

Dopo la frase pronunciata dal ministro Bonafede al programma di La7, Otto e Mezzo, oggi lo stesso è stato costretto a fare chiarezza replicando in un lungo post su Facebook: “Ci tengo a chiarire perché non voglio che ci siano strumentalizzazioni su un punto così delicato”, ha scritto. Le parole del guardasigilli hanno infatti scatenato diversi moti di protesta sui social. Su Facebook Bonafede ha ripreso l’argomento chiarendo: “Nell’intervista di ieri sera, mentre si stava parlando di assoluzioni e condanne, ho specificato che gli ‘innocenti non vanno in carcere’ riferendomi evidentemente e ovviamente, in quel contesto, a coloro che vengono assolti (la cui innocenza è, per l’appunto, ‘confermata’ dallo Stato)”. Il ministro ha poi proseguito: “Ad ogni modo, la frase non poteva comunque destare equivoci perché subito dopo ho specificato a chiare lettere che sulle ipotesi (gravissime) di ingiusta detenzione, ‘… sono il ministro che più di tutti ha attivato gli ispettori del ministero per andare a verificare i casi di ingiusta detenzione …’ (come da video di questa specifica parte dell’intervista)”. A tal proposito, ha aggiunto Bonafede, “per la prima volta ho introdotto presso l’Ispettorato in maniera strutturata il monitoraggio e la verifica dei casi di riparazione per ingiusta detenzione, anche in occasione delle ispezioni ordinarie”.



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