Il Movimento 5Stelle è allo sbando, dal futuro del/dei leader che guideranno il partito fino alla fiducia al Governo Draghi: ieri Luigi Di Maio lo ha detto chiaramente «il voto interno su Rousseau va rispettato, le faide interne non fanno bene e non interessano il Paese». Ma quelle faide ci sono e per l’ex capodelegazione 5Stelle nel Governo Conte, Alfonso Bonafede, ora serve rifondare tutto: «Io penso che il M5s vada rifondato, ossia che debba essere completamente riorganizzato», e ancora «Sono assolutamente d’accordo con Conte: l’esperienza del governo giallorosa è stata positiva, e penso che questa coalizione debba lavorare per guidare il Paese anche in futuro».



Lo spiega l’ex Ministro della Giustizia nell’intervista odierna al Fatto Quotidiano, con la figura di Giuseppe Conte per lui centrale e necessaria per cambiare a fondo il Movimento: non solo leader della coalizione Pd-Leu-5Stelle ma proprio figura centrale del M5 stesso «Questa ovviamente sarà una sua scelta. Ma io penso che il futuro del M5s non possa che essere intrecciato a quello di Conte».



BONAFEDE: “ECCO COME RIFONDARE M5S”

Conte federatore o leader stesso del M5s, coalizione “giallorosa” con Pd e Leu e per il momento nessuna volontà di candidature personali: la linea di Bonafede sul “nuovo” Movimento che verrà viene così presentata, non senza togliersi diversi “sassolini” rimasti dal Governo precedente «Io per tre mesi non ho reagito alle tante provocazioni, perché bisognava lasciare al centro il lavoro sulla giustizia. Ricordo però che quando Conte è an- dato difendere gli interessi italiani in Europa qualcuno ha rilasciato interviste a giornali stranieri evocando la crisi». Il riferimento è diretto a Matteo Renzi e a Italia Viva, accusati di voler “boicottarel’azione dell’esecutivo Conte: «c’era una forza politica che non voleva la compattezza della coalizione giallorosa».



Ora però al Governo c’è Draghi e con lui anche Renzi, Berlusconi e Salvini e il futuro del M5s letteralmente spaccato al proprio interno è tutt’altro che roseo: «la nostra fiducia non sarà in bianco. Sarà essenziale stare in questo governo difendendo i valori che sono il nostro Dna, perché il principale rischio ora è smarrirli. Ma la Rete ha detto che dovevamo votare la fiducia, e quel responso per noi è vincolante». Infine, l’ex Guardasigilli inquadra la posizione che dovrà tenere il M5s verso la prossima rifondazione: «essere responsabili non significa essere democristiani. Siamo il partito con la maggioranza relativa in Parlamento, dobbiamo essere protagonisti […] Non è sufficiente sostituire un capo. Dobbiamo darci una struttura, e coinvolgere i territori. Vito Crimi ha fatto il massimo come reggente, ma l’errore che tutti noi abbiamo commesso in questo ultimo anno è stato pensare che al Movimento, per reggere, bastasse stare al governo. E invece non può essere così».