LA TESI CHOC DI ANGELO BONELLI SUL FLOP DEI VERDI IN ITALIA: “COLPA DEL CATTOLICESIMO”

In Italia spesso se in politica il consenso non arriva è sempre colpa di qualcun altro: e così quando il leader-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli racconta al quotidiano tedesco “Sueddeutsche Zeitung” il perché il partito ambientalista non riesce a sfondare in Italia, ecco calare l’asso che dimostra un apprezzabile “fantasia” politica difficilmente raggiungibile. «I Verdi non sono forti in Italia per una questione culturale», ma udite udite, quel “problema culturale” è imputabile nient’altro che alla Chiesa Cattolica.



«In Italia viviamo in una cultura del perdono, forse ha qualcosa a che fare con il cattolicesimo. Diamo sempre per scontato che tutto sarà perdonato», così spiega Bonelli alla stampa tedesca il perché secondo lui i Verdi in Italia non riescono storicamente a raggiungere quanto visto in Germania o in Francia, con partiti che sfiorano il 20-30% nazionale. Ebbene, secondo Bonelli – leader di Europa Verde, con Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi-Sinistra, ultimi sondaggi li danno al 2-3% – il problema dei flop elettorali, dalle Politiche alle Regionali, sono da imputare alla “cattiva” coscienza dell’elettorato cattolico che sul tema ambientale non “fa abbastanza”.



LA CHIESA, L’AMBIENTE E L’IDEOLOGIA DEI VERDI ITALIANI (CON BONELLI)

Al netto del particolare periodo storico dove invece il Vaticano con Papa Francesco è spesso in prima linea per “combattere” la battaglia di cura del pianeta e del creato, denunciando tutti i problemi del cambiamento climatico, l’uscita di Bonelli contro il cattolicesimo rivela ben altro. In primis appunto l’incapacità (spesso a sinistra) di spiegarsi i propri fallimenti interni con motivazioni che non siano la “colpa” di qualche agente esterno: gli elettori “stupidi”, la stampa nemica, i tradimenti degli alleati, la mancanza di coraggio nelle nomine etc.: in secondo luogo, i flop elettorali si cercano di spiegare come risultato di scenari “culturali” e mai invece pertinenti a precise scelte politiche e fattuali che magari hanno portato a quella tal condizione.



«Lo sviluppo umano integrale è strettamente collegato ai doveri del rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale, il cui uso comporta una comune responsabilità verso l’umanità intera e specialmente i poveri e le generazioni future. La crisi ecologica non può essere valutata separatamente dalle questioni a essa collegate, essendo fortemente connessa al concetto stesso di sviluppo e alla visione dell’uomo»: lo diceva Papa Benedetto XVI nella Giornata Mondiale della Pace il 1 gennaio 2010, «Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato». Papa Francesco addirittura ci ha dedicato una enciclica al tema dell’ambientela “Laudato si’” nel 2015: insomma, trovare nel cattolicesimo la scusante di una “cultura” avversa al tema ambientale appare opera tanto mistificatoria quanto forse ideologica. Tra l’altro mettendo in cattiva luce un valore, quello del perdono, sul quale si fonda buona parte della differenza antropologica culturale che c’è (c’era?) tra l’Occidente cristiano e le dittature individualiste, socialiste e populiste.