Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, tende a Maurizio Landini, leader della Cigl, il cosiddetto ramoscello d’ulivo: ma si vede sbattere una porta in faccia dal sindacalista. Si può interpretare così l’esito del confronto, andato in scena alla rassegna “Futura” del sindacato di Corso Italia, in cui il rappresentante di viale dell’Astronomia ha proposto alla più classica delle sue controparti un “Patto per l’Italia“. Come riportato da La Repubblica, è stato proprio Bonomi a cercare un avvicinamento: “In un rapporto di interlocuzione anche duro è necessario mettersi intorno a un tavolo, serve un Patto per l’Italia. E al di là delle differenze, sediamoci e troviamo soluzioni per il Paese che influiranno molto sulla traiettoria economica dei prossimi 30 anni. Auspico un rapporto organico: è il momento della responsabilità e la nostra capacità di dialogo deve trovare la mediazione“. La risposta di Landini, peò, non è stata esattamente quella che il leader degli industriali avrebbe auspicato…



BONOMI A LANDINI: “PATTO PER L’ITALIA”. MA LA CGIL…

Il sindacalista ha infatti replicato: “Siamo convinti che questo cambiamento o si fa insieme o non si fa. Ma io più che patti vedo contratti, il rinnovo dei contratti“. Landini ha poi argomentato la sua risposta: “Credo sia il momento di investire sul lavoro, è il lavoro delle persone che sconfiggerà il virus, il rinnovo dei contratti. In questa fase abbiamo un’occasione irripetibile, c’è la possibilità di far ripartire gli investimenti pubblici. E noi vogliamo essere dei soggetti che vogliono essere coinvolti nella fase di progettazione di questi investimenti. Non si può andare avanti senza un confronto con i corpi intermedi e lo abbiamo dimostrato, non possiamo tornare a prima dell’emergenza, noi dobbiamo cambiare“. Stuzzicato sul punto dei rinnovi dei contratti, Bonomi ha detto: “Se si rispettano le regole i contratti vengono rinnovati. Serve una ‘operazione verità’: si dice che non vogliamo un rinnovo ma dei 18 milioni dei lavoratori con il contratto di Confindustria sono 5,5 milioni per 57 contratti complessivi. Di questi, c’è 1,6 milioni di lavoratori con il contratto rinnovato, metà dei quali sotto la mia presidenza che si svolge da poco più di 6 mesi, tra cui il contratto della sanità privata fermo da 14 anni su cui avevo preso un impegno e così è stato”.

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