«Questa politica rischia di fare più danni del Covid» lo dice chiaro e tondo dalle colonne di Repubblica il nuovo Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: da settimane le sue uscite rappresentando un vero e proprio lavoro di opposizione critica (non senza proposte) al Governo Conte e alla modalità di “rilancio” data al sistema-Italia. «Questo è un Paese che si è abituato ad essere anestetizzato. Non sto cercando le polemica, sto cercando di mettere tutti davanti alla realtà: in autunno molte imprese non riapriranno, altre dovranno ridimensionarsi. Non sappiamo cosa succederà domani, che ne sarà delle commesse, degli ordini, dei fornitori», avverte con pieno allarme il n.1 di Assolombarda e Confindustria.
I decreti del Governo servono a poco, le richieste dei sindacati in questo momento ancora meno: «Landini deve capire che il futuro è altro. Bisogna puntare sulla produttività ancor prima di parlare di aumenti retributivi». Tanti i punti toccati dal 54enne imprenditore ma è ovviamente il nodo-lavoro a rappresentare il campanello d’allarme maggiore: «Il governo ha bloccato i licenziamenti fino ad agosto. Ma il lavoro, i posti di lavoro, non si gestiscono e non si creano per decreto – avverte ancora Bonomi -. Serve una strategia, una visione. Bisogna smetterla di guardare esclusivamente al dividendo elettorale».
L’ALLARME DI CONFINDUSTRIA
La politica del Governo e in generale la politica degli annunci non può più essere sostenibile nel pieno della crisi: «Ci sono stati già tre decreti per affrontare l’emergenza: soldi a pioggia, senza mai guardare al futuro. Il decreto liquidità non ha messo liquidità nelle casse delle aziende mentre la cassa integrazione la stanno anticipando le aziende. Le stesse che non hanno liquidità perché sono in crisi». Proprio questo punto secondo Carlo Bonomi è una follia assurda che deve essere al più presto interrotta, «Bisognerebbe cambiare passo perché ho la sensazione che il governo, e la politica in generale, tendano a comprare tempo, a prendere a calci la lattina e spostarla un po’ più in là».
In questo senso l’appello lanciato dal leader degli industriali si ritrova perfettamente nel discorso altrettanto duro fatto venerdì dal n.1 di Bankitalia Ignazio Visco: «lo ha detto molto bene il governatore della Banca d’Italia. Bisogna puntare sulla crescita: sono venticinque anni che il nostro Paese perde produttività». Ma per fare crescita bisogna osservare bene dove vengono applicate le risorse: ed è su questo punto che, conclude Bonomi, l’Italia è in costante collasso «da decenni si aumenta la spesa corrente (il dividendo elettorale) a scapito degli investimenti nelle infrastrutture, nella sanità, nell’innovazione e nella ricerca, nelle politiche per la sostenibilità ambientale e sociale, nelle politiche attive per il lavoro anziché annegarle nel reddito di cittadinanza o nei navigator».