Il difensore centrale della Juventus e della nazionale italiana, Leonardo Bonucci, si è raccontato quest’oggi ai microfoni di Prime Video. In vista della gara fra la Vecchia Signora e lo Zenit di San Pietroburgo, in programma domani sera in Russia e valevole per il terzo turno dei gironi di Champions League, il centrale bianconero ha svelato un interessante retroscena di mercato: “Zenit? Potevo andarci dieci anni fa. Conte mi disse che ero l’ultimo nella gerarchia dei difensori e che potevo trovarmi un’altra sistemazione. Con lo Zenit intavolammo una trattativa, ma diedi retta al mio orgoglio e scelsi di restare.”.



E chissà cosa sarebbe successo se alla fine Bonucci avesse ceduto ai “rubli”. Ma il difensore ha preferito rimanere a Torino, sgomitando per conquistare un posto da titolare, e divenendo così uno dei più forti in assoluto nel suo ruolo. Nella chiacchierata il 34enne di Viterbo ha parlato anche delle sue precedenti esperienze in Coppa: “Delle due finali di Champions rigiocherei quella di Cardiff. Con il Barcellona non avevamo nulla da perdere e affrontavano una squadra di marziani. Con il Real dopo un ottimo primo tempo ci fu un calo di tensione. Spero di poter avere l’occasione di giocare una terza finale in questi ultimi anni di carriera”.



BONUCCI E L’ADDIO DI CRISTIANO RONALDO: “DOBBIAMO RITROVARE QUELLO SPIRITO JUVENTUS”

Sull’addio di Cristiano Ronaldo Bonucci ha invece raccontato: “Ha fatto una scelta che abbiamo rispettato. L’anno scorso la squadra giocava per lui, adesso il gruppo deve ritrovare quello spirito Juve che c’era prima del suo arrivo. Lo scorso anno, anche se abbiamo vinto due trofei, non abbiamo ottenuto lo scudetto soprattutto per demeriti nostri più che dei meriti di chi poi ha vinto. Con Allegri questo gruppo deve ritrovare il gusto della fatica”.

Il difensore è tornato sul famoso episodio dello sgabello durante Porto-Juventus del 2017, un siparietto che secondo Bonucci non fece altro che migliorare il rapporto con mister Allegri: “Fu colpa mia. Tendo a vivere la partita con grande passione e non volevo stare tra le poltroncine, così mi misi in piedi e poi su uno sgabello della lounge. Sono contento che si sia verificato quell’episodio, perché non ha fatto altro che cementificare il mio rapporto con Allegri.”. Infine sulla sua iconica esultanza con il dito rivolto verso il viso: “Nessuna provocazione, è un gesto goliardico nato per scommessa con gli amici. Quando ho visto che anche i ragazzini lo ripetevano, ho deciso di continuare a riproporlo”.