Come abbiamo visto la stagione dei bonus è quasi finita e l’ultimo erogato da parte del Governo è il cosiddetto bonus 150 euro, concepito mediante un’analisi del governo sul peso dell’inflazione e sugli effetti relativi al bilancio familiare.

Per questo motivo è stato deciso a livello centrale di estendere il bonus di 200 euro, precedentemente istituito, anche ad altre categorie. Grazie al decreto di aiuti ter e all’articolo 18 in esso contenuto, sono stabiliti anche i requisiti, tempi in modalità di pagamento di questo contributo.



Bonus 150 euro disoccupati: presentare l’autocertificazione

Si tratta di un contributo che viene pagato principalmente dal datore di lavoro direttamente in busta paga e, per averlo, non bisogna fare alcuna domanda. Ma il lavoratore deve preventivamente consegnare all’azienda un modello di autocertificazione bonus 200 euro busta paga, in cui autodichiarare il possesso dei requisiti.



In questo modello si dichiara di:

  • non avere uno o altri trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale oppure assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti.

Bonus 150 euro disoccupati: cosa faranno i disoccupati?

Inoltre non bisogna avere all’interno del nucleo familiare un beneficiario del reddito di cittadinanza poiché questi ultimi hanno avuto l’accredito direttamente nella mensilità di ottobre. E poi bisogna anche dichiarare al datore di lavoro di essere disponibile a ricevere il pagamento oltretutto la retribuzione imponibile previdenziale del mese di novembre 2022 non deve superare 1.538 euro.



Quindi cosa potrebbe accadere se proprio nel mese di ottobre il lavoratore perde il lavoro a causa della chiusura dell’azienda, oppure perché è stato licenziato? Il lavoratore che perde il lavoro ad esempio per le dimissioni nel mese di ottobre 2022 oppure per licenziamento non potrà avere a novembre il bonus 150 euro salvo il caso in cui a novembre non trovi una nuova assunzione.

Invece chi perde il lavoro nel mese di novembre è più fortunato perché lo stato in questo caso garantisce che il contributo venga comunque erogato sempre ammesso che sia rispettato il requisito dell’imponibile previdenziale del mese non superiore a 1.538 euro.