Tra i potenziali beneficiari di coloro che avrebbero potuto aspirare ad ottenere il bonus 150 euro che è stato erogato dal precedente governo Draghi come misura a sostegno delle famiglie e dei lavoratori vista l’inflazione dilagante e il caro prezzi, c’erano anche alcune categorie che però si sono viste rigettare la richiesta.



Il 14 aprile scorso l’Inps ha comunicato attraverso il messaggio 1389 di aver riaperto l’istanza di riesame per quanti avevano presentato domanda che è stata rigettata.

Bonus 150 euro: quando scade la possibilità di ottenere un riesame

Possono usufruire della possibilità di ottenere il bonus 150 euro esclusivamente i lavoratori co.co.co., gli stagionali a tempo determinato, gli intermittenti e gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che si son visti rigettare la domanda. Naturalmente, come per tutte le altre istanze di riesame, è necessario che il contribuente analizzi per bene le motivazioni del rigetto e alleghi la documentazione a supporto dei propri requisiti.



E’ bene precisare che la scadenza per far fronte alla possibilità di partecipare al riesame scadrà a 90 giorni dal 14 aprile 2023, quindi la scadenza decorre a far data dalla comunicazione ufficiale sul sito dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale.

La domanda può essere effettuata accedendo alla propria area personale sul sito dell’INPS attraverso le proprie credenziali d’identità digitale SPID, CIE o CNS.

Successivamente:

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Bonus 150 euro: chi può richiedere il riesame

Bisognerà poi selezionare la prestazione d’interesse, in tal caso il bonus 150 euro, e accedere alla sezione “Ricevute e provvedimenti”. Cliccando sul pulsante “Chiedi il riesame” si dà il via alla procedura.



Il riesame può essere richiesto da alcune categorie che rispettino i requisiti di reddito e di qualifica lavorativa, ad esempio:

  • i lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) con contratti attivi alla data del 18 maggio e reddito non superiore a 20.000 euro;
  • i dottorandi;
  • gli assegnisti di ricerca;
  • i lavoratori stagionali a tempo determinato con almeno 50 giornate di lavoro nel 2021 (anche in più tipologie di rapporti) e reddito non superiore a 20.000 euro;
  • i lavoratori intermittenti, compresi i lavoratori a tempo determinato del settore agricolo con almeno 50 giornate di lavoro nel 2021 (anche in più tipologie di rapporti) e reddito non superiore a 20.000 euro;
  • i lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo con almeno 50 contributi giornalieri nel 2021 e reddito non superiore a 20.000 euro.