Ci siamo abituati ormai da alcuni anni ad aver a che fare con bonus di ogni tipo, volti ad aiutare le famiglie e le imprese in difficoltà. Lo scopo sotteso però a queste misure consiste anche nel rilanciare alcuni settori maggiormente colpiti dalla crisi, oltre a risollevare in generale l’economia del nostro Paese tramite incentivi.
Per ogni nuovo bonus che viene introdotto ce ne sono però anche altri che vengono eliminati. Nel 2023 infatti, seppur ritenute di particolare importanza, spariranno alcune agevolazioni che gli italiani non potranno più richiedere, volendo puntare, nelle intenzioni del Governo Meloni, a misure più strutturali e mirate. Tra gli eliminati più chiacchierati pensiamo al bonus trasporti di 60 euro. I pendolari ne hanno potuto usufruire da settembre a dicembre 2022, ma non è stato più prorogato da gennaio 2023.
Grandi assenti saranno anche i bonus una tantum di 200 e 150 euro, che pensionati e lavoratori si sono potuti ritrovare i mesi scorsi rispettivamente nel cedolino e in busta paga. E fine annunciata anche per i bonus tv, con cui poter acquistare anche il decoder, e il tanto sfruttato bonus facciate.
Addio anche al bonus carburante e superbonus dimezzato
Un’altra grande sparizione dal panorama dei bonus è lo sconto sui carburanti. Il taglio sulle accise di 30,5 centesimi si è chiuso col 31 dicembre 2022. Dal 1° gennaio 2023 i prezzi sono tornati a risalire nel malcontento generale degli automobilisti. Nonostante infatti le promesse in campagna elettorale gli italiani hanno avuto solo pochi mesi di respiro, per ripiombare nel caro benzina.
Il taglio delle accise non è stato infatti inserito nella Manovra Finanziaria, come era stato in un primo momento dichiarato dal Governo in carica, per mancanza di fondi. La Presidenza del Consiglio starebbe comunque valutando, insieme alla Guardia di Finanza, di mettere a punto un intervento contro ogni forma di speculazione.
Un altro bonus discusso è il superbonus, destinato alla ristrutturazione degli immobili, di cui moltissimi italiani hanno potuto beneficiare negli ultimi 2 anni. Questa misura in realtà, più volte ritoccata, non viene abolita ma prorogata fino a dicembre 2024. Sarà però dimezzata e legata al requisito ISEE di un valore inferiore ai 15.000 euro per poterne beneficiare.