Governo ancora nel caos per il bonus 600 euro. Dopo le polemiche sugli assegni negati dall’Inps ai disabili, nelle ultime ore si è sollevato un altro polverone: dopo l’esclusione dai contributi a fondo perduto, non verrà erogato nessun bonus ad aprile o maggio per i professionisti che lo hanno chiesto e ottenuto a marzo. Vane, dunque, le parole del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: ricordiamo che il titolare del Tesoro aveva promesso di equiparare il bonus dei professionisti a quello degli autonomi (1.000 euro, ndr), ma con la clausola di esclusione decade tutto. Il Corriere della Sera mette in risalto che restano tagliati fuori 500 mila professionisti. Le categorie chiedono spiegazioni, a partire dalle casse di previdenza: il presidente Alberto Oliveti ha chiesto un chiarimento ai ministeri con eventuale correzione.
BONUS 600 EURO, PROFESSIONISTI BEFFATI
Il Corriere spiega che il cortocircuito nasce da due disposizione del dl Rilancio: l’articolo 78 rifinanzia la misura di marzo accordando il bonus 600 euro per aprile e maggio, mentre l’articolo 86 rende l’assegno erogato incompatibile con quello dei mesi successivi. E lo scontro è vivo anche sui contributi a fondo perduto come dicevamo, considerando che il ministro Gualtieri ha ribadito che i professionisti non hanno diritto ad accedervi come imprenditori, artigiani e commercialisti.
Massimo Miani, presidente dei commercialisti, e Marina Calderone, presidente dei consulenti del lavoro, hanno spiegato in una nota: «Ci batteremo in ogni modo affinché si ponga rimedio a questa inaccettabile discriminazione perpetrata ai danni di un settore trainante dell’economia italiana. Centinaia di migliaia di lavoratori, senza alcuna spiegazione logica, vengono esclusi da un importante provvedimento in una fase in cui, come tutto le realtà del mondo del lavoro, stanno patendo pesantemente gli effetti della crisi. Proprio in questi mesi di emergenza Coronavirus le attività delle nostre due professioni sono state giudicate “essenziali” dal Governo. La norma sull’accesso ai crediti a fondo perduto va modificata in sede di conversione parlamentare del Dl Rilancio», riporta il quotidiano.