L’agricoltura è un settore delicato ma essenziale per garantirci i viveri. Quest’anno chi favorisce l’insediamento delle api usufruendo di specie vegetali che a loro volta attirano degli insetti capaci di impollinare, potrà ricevere un bonus fino a 500 euro.
Il bonus agricoltura non prevede limiti (né sull’ampiezza del terreno e neppure se l’imprenditore usufruisce di altri aiuti). Dopo le nuove aste sui terreni agricoli in Italia gli amanti del settore possono richiedere il contributo economico per proteggere le api da insetticidi e altre sostanze inorganiche.
Bonus agricoltura: come fare richiesta
Ogni anno l’agricoltura perde api a causa di un utilizzo scorretto di sostanze come insetticidi e per via del cambiamento climatico che provoca danni (come forti temporali e grandinate d’estate) o in alcuni casi forte siccità.
Per “intascarsi” il bonus gli agricoltori devono dedicare una parte dei loro terreni all’insediamento di specie mellifere e pollinifere.
Le api sono le principali responsabili della biodiversità, ed è proprio per questo motivo che vanno tutelate. A pensarci è PAC stessa, che scrive:
L’Ecoschema contribuisce alla salvaguardia della biodiversità attraverso la diffusione di colture di interesse apistico e a un uso sostenibile e ridotto degli agrofarmaci. L’inerbimento degli arboreti con piante di interesse apistico e il mantenimento di piante di interesse apistico su superfici utilizzabili per i seminativi garantiscono la presenza di risorse nutritive per gli insetti impollinatori, essenziali per la biodiversità rispetto all’esclusiva coltivazione di specie di interesse agricolo.
Le piante mellifere che attirano le api sono:
- Ambretta
- Asfodelo
- Busnaga
- Calcatreppolo
- Chiorchiolino
- Erba Strega
- Facelia
- Falsa Ortica
- Ferrocavallo
- Ferula
- Fiordalisio
- Liniola
- Mascarenna
- Mentuccia
- Radichella
- Repetella
- Rughetta selvatica
- Scarlina
- Siderite
- Sparviere
- Spina Janca
- Trifoglino
- Viperina azzurra.
Il bonus agricoltura può essere richiesto annualmente – entro il 15 maggio – agli uffici competenti Agea oppure grazie all’aiuto fornito dai CAA (Centri di Assistenza Agricola).