Il decreto Cura Italia varato dal governo ha messo al centro soprattutto le famiglie, nella speranza di contenere il più possibile i danni del coronavirus. In questo senso una misura indirizzata ad aiutare mamme e papà in difficoltà è quella del bonus baby sitter. Si tratta di un provvedimento legato a doppio filo al congedo parentale straordinario, strumento giuridico che consente ad entrambi i genitori, in alternanza, di prendere 15 giorni retribuiti al 50% in caso di figli minori di 12 anni, e permessi non retribuiti per chi è genitore di ragazzi con un’età compresa tra i 12 e i 16 anni. Nel migliore dei casi, dunque, quei genitori che non sanno a chi affidare i figli, costretti a casa vista la chiusura delle scuole, hanno diritto soltanto a metà stipendio. Ecco allora l’alternativa studiata dal governo: il bonus baby sitter.



BONUS BABY-SITTER: COME FUNZIONA

La misura pensata dal governo reintroduce il voucher che era stato oggetto di sospensione nella scorsa legge di Bilancio. Il bonus massimo a cui si ha diritto è di 600 euro, che però sale a 1000 euro per medici, infermieri, tecnici sanitari, ricercatori e militari, ovvero quelle categorie di lavoratori più strettamente impegnati nella guerra contro il coronavirus, gli uomini e le donne in prima linea, talmente in trincea da dover pensare ad una “copertura” domestica che investa l’intera giornata. Le condizioni da soddisfare per accedere al bonus baby sitter sono due: entrambi i genitori devono lavorare e la baby sitter deve essere regolarmente assunta. Se la baby sitter c’è già, ma è in nero (fenomeno molto diffuso), si deve procedere a metterla in regola facendo riferimento al CCNL sulla Disciplina del Lavoro Domestico. Come riportato dal Corriere della Sera, “la baby sitter va “inquadrata” secondo il suo livello di esperienza e competenze (i livelli vanno da A a DS). La retribuzione solitamente è su base oraria e il contratto a tempo pieno è di 40 ore. Ma se la baby sitter vive nella stessa casa dei bambini che accudisce, il contratto deve essere da baby sitter convivente, la cui retribuzione si calcola su base mensile (il lavoro full-time convivente è di 54 ore; il part-time è di 30). Naturalmente, anche lo stipendio della baby sitter prevede dei minimi retributivi, che dipendono dal livello di inquadramento”.

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