La riduzione dell’evasione fiscale è una delle grandi battaglie che si promette da anni, ma che in realtà non parte mai davvero. Il Governo ora, anche per dimostrare di avere credibilità a livello internazionale in proiezione Recovery Fund, sta pensando ad un “bonus bancomat” per chi usa le carte per i pagamenti. Ai consumatori che effettueranno acquisti dal 1° dicembre 2020 con carte di credito e bancomat verrà corrisposto fino a 300 euro all’anno per spese documentate fino a 3000 euro. Non è altro che il piano cashback che sta studiando il ministero dell’Economia in stretto contatto con Palazzo Chigi. In quest’operazione però, come riportato dal Corriere della Sera, verrebbero escluse le spese online, dove del resto l’uso della carta o del bancomat è l’unica soluzione possibile. Il premier Giuseppe Conte avrebbe già chiesto agli operatori di settore – da Mastercard a Visa, da Nexi a Sia, passando per le startup hi-tech – un impulso all’adeguamento tecnologico. Serve però una svolta decisa per superare alcuni passaggi.



BONUS BANCOMAT, VERSO RIDUZIONE USO DEI CONTANTI

In primis, serve il via libera dal Garante della privacy e della Corte dei Conti. Inoltre, oltre alla soglia di spesa, per il “bonus bancomat” bisogna prevedere anche un limite minimo di operazioni per incentivare l’uso della moneta elettronica anche per piccoli acquisti. Attualmente gli esercenti lamentano commissioni troppo alte per i piccoli importi. Secondo fonti del Mef, citate dal Corriere della Sera, il piano per il “bonus bancomat”, che si pone come obiettivo la riduzione dell’uso dei contanti, potrebbe prevedere un credito d’imposta per le commissioni pagate dai piccoli esercenti, detrazioni fiscali per le prestazioni pagate con moneta elettronica e un’esenzione fiscale per chi usa buoni pasto elettronici, oltre all’abbassamento della soglia dei pagamenti in contanti a 1.999,99 euro fino al 31 dicembre 2021, poi dovrebbe scendere ulteriormente, a 999,99 euro. Ma può sembrare sorprendente la scelta di escludere i pagamenti online dal “bonus”. Non è comunque escluso che si intervenga per correggere questo aspetto.

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