Tra le misure adottate dal governo per contrastare l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio per effetto della guerra tra Russia e Ucraina c’è il bonus benzina di 200 euro, oltre al taglio delle accise di 25 centesimi. Nel primo caso si tratta del valore dei buoni benzina ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti, nel limite appunto di 200 euro per lavoratore. L’importo per il 2022, precisa il governo, non concorre alla formazione del reddito. Questa misura, che interessa molti lavoratori messi in difficoltà dal caro carburanti, è in realtà uno sconto sull’Irpef. Questi buoni dovranno essere ceduti appunto dalle aziende ai dipendenti ed essere usati solo per l’acquisto di carburanti. Per richiederlo non bisognerà presentare alcuna domanda, a differenza degli altri bonus previsti per quest’anno, né ci sono limiti ISEE da rispettare.



Stando a quanto riportato da Informazione Fiscale, va capito come ciò si concilierà con l’esenzione già prevista per i buoni carburante, che rientrano nel novero delle forme di welfare aziendale che non concorrono alla formazione del reddito del lavoratore fino all’importo di 258,23 euro, ai senti di quanto previsto dall’articolo 51, comma 3 del TUIR, e che sono deducibili interamente per l’azienda.



CREDITO D’IMPOSTA E TAGLIO ACCISE

Ma il nuovo decreto energia del governo prevede anche un credito di imposta per il carburante di imprese agricole e della pesca. Tale credito è pari al 20 per cento della spesa sostenuta per benzina e gasolio acquistati nel primo trimestre dell’anno e effettivamente usati. Anche in questo caso, spiega Informazione Fiscale, sarà riconosciuta la possibilità di optare per la cessione del credito, entro il limite di tre operazioni.

La novità più importante del decreto comunque resta il taglio accise carburante. Le bozze nel pomeriggio di ieri parlavano di un taglio di 10 centesimi al litro tramite una riduzione delle accise pari a circa 8,5 cent, finanziata dai maggiori introiti Iva determinati dal boom dei prezzi del greggio. Troppo poco per consumatori e partiti di maggioranza, quindi è arrivata la notizia del taglio complessivo a 15 cent che, tenendo conto appunto dell’Iva, arriva a 25 cent al litro.