“Il numero di utenti in coda davanti a te è 168.412”. Ecco la tipologia di avviso comparso verso le ore 10 di martedì 3 novembre 2020 nel pc delle decine di migliaia di utenti che hanno tentato di partecipare al fatidico click day del bonus mobilità 2020. Si tratta della giornata indetta dal ministero dell’Ambiente per raccogliere le domande di contributo su acquisti già effettuati o di bonus per compere ancora da realizzare di biciclette nuove o usate, elettriche e non, di monopattini elettrici o veicoli simili, come anche di strumenti per la mobilità condivisa a uso individuale, come sharing di bici, monopattini e scooter. Il tutto riservato a cittadini maggiorenni, residenti nei capoluoghi di regione, di provincia, nelle città metropolitane, o in comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti.

Era un appuntamento atteso da maggio 2020, rimandato più volte, dapprima fissato dal Ministero per il 15 giugno, poi prorogato al 15 luglio, successivamente all’inizio di settembre e, infine, definito per il 3 novembre scorso. E il motivo delle diverse proroghe sembrava essere rappresentato dall’applicazione web, che proprio all’ultima scadenza è stata resa disponibile all’indirizzo internet www.buonomobilita.it. Ma ad attirare l’attenzione di oltre 550 mila cybernauti, amanti anche delle due ruote, insieme ai contributi dell’ordine pari al 60% della spesa, con il limite massimo di 500 euro a persona e ad acquisto, il Ministero ha escogitato una graduatoria costruita sulla base dell’ordine cronologico di presentazione delle domande di contributo e bonus, fino all’esaurimento dei fondi disponibili, portati da poco a 215 milioni di euro, contro i 120 iniziali. Cosicché, all’appuntamento delle ore 9 di martedì 3 novembre 2020 si sono presentati in più di 550 mila richiedenti, ma il Ministero fornirà i dati definitivi, con la conseguenza logica della paralisi del portale dell’Ambiente, ormai assolutamente prevedibile a seguito delle tante esperienze simili, tra le quali quella del recente blocco del sistema informativo dell’Inps.

E dopo un’ora di blocco, solamente l’abbandono del sito ministeriale da parte di decine di migliaia di richiedenti ha rimesso in graduale funzionamento l’applicazione informatica. Per fortuna degli utenti che non hanno mollato la presa, la velocità di avanzamento nello scorrimento del lunghissimo elenco di cittadini in attesa è stata dapprima molto lenta, dell’ordine di una domanda ogni qualche minuto, per raggiungere progressivamente, verso le 11:30 il ritmo di 1.000 avanzamenti al minuto. Non è che l’applicazione consentisse la presentazione di 15-20 domande al secondo, ma semplicemente s’imbatteva in così tanti abbandoni, da poter accogliere le poche domande residue. Infatti, il ritmo è aumentato ancora sino alle 12:45, quando la coda diminuiva nell’ordine delle 2 mila domande al minuto. Tutto merito delle migliaia di richiedenti che avevano lasciato per il momento l’impresa, richiamati dagli impegni lavorativi della giornata o da altre preoccupazioni più importanti rispetto a qualche centinaio di euro in gioco.

Così, verso le 15:00 erano stati generati 18.909 buoni e completate 46.101 richieste di rimborso. Secondo il Ministero, molti intoppi sono collegati a diversi fornitori del sistema di autenticazione Spid, dovuti principalmente a un affollamento in contemporanea. Per tutto ciò, si può supporre che diverse decine di migliaia di cittadini saranno costretti a tentare nuovamente di presentare nel sito dell’Ambiente la propria domanda di contributo per quanto già in possesso, o per ottenere il bonus in vista di un acquisto ancora da fare.