Dopo il caso della Coca Cola, anche un’altra importante azienda italiana ha deciso di dare un contributo economico ai proprio dipendenti. Parliamo dell’Ama che ha elargito un bonus in busta paga di 400 euro. Si tratta di una misura voluta per incentivare i dipendenti a lavorare anche nei giorni festivi. Ecco chi potrà beneficiare dell’incentivo.



Bonus busta paga: la decisione dell’Ama

Le aziende spesso faticano a trovare personale intenzionato a lavorare nei giorni festivi , come Capodanno e Natale. Per questo motivo, una grande azienda italiana ha deciso di dare ai suoi dipendenti un sostanzioso incentivo.

Si tratta di Ama, la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nell’area di Roma, che a quei dipendenti che lavoreranno durante le festività elargirà un bonus in busta paga dal valore di 400 euro.



Vediamo insieme in cosa consiste il bonus, quali festività comprende e a chi spetta.

La decisione dell’Ama non deriva soltanto dal grande afflusso di turisti nella città a Natale e Capodanno, ma a gennaio Roma ospiterà una delegazione del Bie, l’organizzazione responsabile delle Esposizioni universali, per valutare l’idoneità della città a ospitare l’Expo 2030.

Bonus busta paga: come funziona l’accordo

L’Ama ha deciso di dare un incentivo ai propri dipendenti in modo da tenere la capitale più pulita: infatti la presenza di cinghiali pronti a rovistare nella spazzatura ha fatto ormai il giro del mondo. Per poter attuare l’incentivo, l’azienda ha pensato di revisionare un accordo preso nell’agosto 2021, che prevedeva un incentivo di 320 euro per i lavoratori che garantivano la presenza nei giorni di Natale, Epifania, Santo Stefano e Capodanno. Si tratta dunque di un leggero incremento che vedrebbe come aggiunta anche la giornata di Ognissanti, per un bonus totale da 400 euro.



E’ bene precisare che non è ancora terminata la trattativa e non c’è ancora nulla di certo. Infatti l’azienda mira ad estendere questo schema anche per le domeniche.

Perché la proposta venga accettata è necessario che almeno il 51% dei lavoratori accetti le condizioni.