Il bonus casa porta con sè conseguenze di non poco conto. Sono infatti 7 milioni gli italiani rimasti danneggiati, direttamente o indirettamente dall’ormai noto decreto legge n. 11/2023, operativo dallo scorso 17 febbraio, col quale è stato messo lo stop a superbonus e cessioni di credito. Le stime sono state portate alla ribalta dal Sole 24 ore, che ha voluto porre l’attenzione non solo sugli effetti espliciti che un tale provvedimento ha portato con sé, ma anche sull’effetto a catena degli aspetti collaterali che ne sono derivati. I possessori di partita Iva in regime forfettario e gli incapienti in particolare risulterebbero i più colpiti da questa situazione.
Con lo sconto in fattura e la cessione di credito infatti si aveva diritto alla detrazione fiscale se si usufruiva di uno dei bonus edilizi, cedendo il proprio credito alle imprese edili o agli istituti bancari. E questa rappresentava l’unica modalità per poter usufruire delle detrazioni derivanti dai bonus edilizi nel caso proprio dei forfettari e degli incapienti che, non avendo per definizione redditi Irpef, si ritrovano ora a non avere più alcuna detrazione.
Quali forfettari e incapienti possono aggirare lo stop al bonus casa
Come riporta anche il portale Money.it esiste un’unica eccezione che consentirebbe anche ai contribuenti in regime forfettario di poter continuare ad usufruire delle detrazioni dei bonus edilizi anche dopo il provvedimento del Governo. Il riferimento è a quei forfettari che, oltre all’imposta sostitutiva unica, hanno anche altri redditi assoggettati alla tassazione Irpef. Pensiamo ad esempio a chi, oltre al lavoro autonomo o da professionista, svolge anche un lavoro subordinato o ha un contratto di collaborazione soggetta a ritenuta d’acconto o riceve redditi da locazione.
La casistica è espressamente contemplata dall’Agenzia delle Entrate tramite la circolare 24/E .
Per gli incapienti invece, che rappresenterebbero coloro che hanno un’imposta netta pari a zero dopo la detrazione da lavoro o pensione, non sono invece previsti éscamotages di sorta. Questi ultimi rappresentano la fetta più ampia di esclusi, stimata intorno ai 4,9 milioni di italiani.