La Manovra di Bilancio in discussione in questi giorni sembra segnare un definitivo stop ai bonus per la casa che erano stati introdotti dai precedenti governi come via d’uscita dalla crisi economica scaturita dal covid. Da tempo, infatti, si discute sul famoso (ed orami famigerato) Superbonus 110% che ha pesantemente indebolito le casse statali e che è diventato, nell’arco di appena un anno, un vero e proprio problema.



Così, assieme al Superbonus nel corso dei prossimi mesi dovremo dire addio anche a tutta un’altra serie di bonus per la casa, come le agevolazioni e gli sconti per gli under 36 o per coloro che decidono di acquistare una casa con una classe energetica A o B. Soffermandoci, però, sul 110%, il Bilancio sembra confermare l’exit strategy che aveva già formulato Mario Draghi, con una riduzione progressiva della percentuale di sconto nei prossimi anni, oltre che della platea di potenziali beneficiari. Oltre alla riduzione prima al 70% e poi al 65% (nel 2024 e nel 2025) della percentuale di sconto del più famoso tra i bonus per la casa, Giorgetti ha incluso anche un blocco delle cessioni per i lavori avviati dopo lo scorso 16 febbraio. Confermata anche la scadenza dei Superbonus per le villette e per i nuclei familiari con reddito inferiore ai 15mila euro (questo, di fatto, poco utilizzato).



Bonus casa: cosa cambierà oltre al Superbonus

Insomma, tra i bonus per la casa il più pesantemente azzoppato è il Superbonus, con buona pace di coloro che non sono riusciti ad avviare i lavori in tempo, anche se non si può escludere che nei prossimi mesi verrà reintrodotto, ovviamente in modo rivisitato e più sostenibile per le casse pubbliche. Tuttavia, il Bilancio prevede anche una nuova serie di interruzioni, quasi tutte previste entro il 31 dicembre di quest’anno.

Tra i bonus per la casa che spariranno, peserà in particolare la fine delle agevolazioni per l’acquisto di abitazioni di classe energetica A o B, che prevedeva uno sconto sull’Irpef pari alla metà dell’Iva versata in fase d’acquisto. Similmente, il 31 dicembre scadranno anche gli sconti sulle imposte per l’acquisto previsti per gli under 36, che potranno contare solamente più sulla garanzia statale dell’80% sui mutui. Inoltre, ma usciamo dal tema dei bonus per la casa, la ritenuta sui bonifici per i lavori edilizi agevolati passerà all’11% (rispetto all’attuale 8%), mentre la cedolare secca sugli affitti brevi dalla seconda casa in su passerà al 26%.