Abbiamo parlato della possibile modifica in discussione alla Camera del decreto Asset, con ben 550 emendamenti da approvare entro giovedì prossimo o, al massimo, entro il 26 settembre 2023. Tra questi rientra anche la modifica del bonus casa under 36, come già anticipato da ilsussidiario.net.
Tra le possibili modifiche rientrano proprio i parametri che oggi sono ritenuti prioritari per poter beneficiare del contributo economico, ma che potrebbero diventare “esclusivi”. Tra le modifiche però rientra anche la possibile riduzione dei requisiti di reddito: ecco cosa di prospetta.
Bonus casa under 36: la modifica del parametro di reddito
In passato il bonus casa under 36 ha dato la possibilità ai giovani che non avessero ancora compiuto 36 anni di età, di ottenere a garanzia statale un mutuo per l’acquisto della prima casa, con agevolazione sulla percentuale applicata al mutuo, e con una sensibile riduzione delle spese accessorie per l’istruzione della pratica, ivi comprese le spese notarili.
Oltre al parametro legato all’età anagrafica, veniva anche inserito il parametro di reddito fissato con una soglia massima di 40 mila euro.
Inoltre, concorrevano in via prioritaria, le giovani coppie di coniugi appena sposati o con figli a carico. Quest’ultimo parametro, nelle modifiche ideate da Gianpietro Maffoni, diventano “esclusive”, ma anche il parametro di reddito potrebbe essere rivisto. Si pensa infatti di abbassarlo a 30 mila euro, così da favorire i nuclei famigliari meno abbienti.
Bonus casa under 36: cosa potrebbe succedere se non passasse l’emendamento
Se l’emendamento insieme agli altri non dovesse essere approvato, il bonus casa under 36 resterà regolamentato con la normativa attuale, salvo proroga nella prossima legge di bilancio che dovrebbe essere approvata entro il 31 dicembre 2023, pena l’esercizio provvisorio.
Ma data l’importanza e la mole di emendamenti che sono stati messi in discussione nel decreto Asset, ciò potrebbe comportare anche la richiesta del voto di fiducia, dal momento che questa discussione coincide con l’approvazione della Nadef (Nota di aggiornamento al DEF), la bozza della legge di bilancio che sarà discussa ad ottobre, edi primi tavoli di lavoro sulla riforma pensioni.