Come annunciato ieri dal Ministro delle Pari Opportunità Elena Bonetti, è ufficiale il Bonus casalinghe inserito nel Decreto Agosto ma con cifre che stanno lasciando perplessi commentatori e analisti: si tratta di 3 milioni di euro l’anno per un credito destinato alla promozione della formazione personale delle donne che svolgono lavori domestici. Il problema è che, come riporta il Corriere della Sera, facendo un semplice calcolo tra numero di casalinghe in Italia su dati Istat – 7 milioni e 400mila casalinghe – e fondo stanziato dal Governo con il Bonus in Dl Agosto, sono 40 centesimi a testa. Ecco quanto vale ad oggi il fondo ideato dalla Ministra Bonetti che verrà reso concreto da un decreto del Ministero delle Pari Opportunità e della Famiglia atteso entro il 31 dicembre 2020: «Sono molte, troppe, le donne ancora fuori dal mondo del lavoro e tante in questi mesi ne sono uscite loro malgrado. Non possiamo nè vogliamo permettere la loro esclusione sociale», ha spiegato ieri la Ministra Bonetti su Facebook annunciando l’istituzione del Bonus casalinghe. Nel Dl Agosto il Governo, spiega ancora l’esponente di Italia Viva, «abbiamo voluto istituire un fondo con prime risorse che finanzieranno, attraverso bandi, corsi di formazione per le donne specialmente in ambito finanziario e digitale. È un altro passo per rimuovere le cause della violenza economica, è un passo per donne più libere, anche dagli stereotipi. #Liberapuoi”». Non si tratterà di soldi che le casalinghe riceveranno direttamente per spese “autonome”, ma per poter partecipare a corsi di formazione e opportunità culturali: «finalizzato alla formazione e ad incrementare le opportunità culturali e l’inclusione sociale, anche in collaborazione con enti pubblici e privati», si legge nel testo approvato “salvo intese” dal CdM.
BONUS CASALINGHE: LE PRIME REAZIONI
Parecchie le polemiche però sollevate, sia sul fronte economico – 40 centesimi a testa, al momento, se non interverranno dei “tetti” fissati dal Ministero – ma anche sul fronte “etico”, come spiega Open Online: «l’idea parte da una falsa premessa e cioè che le donne non trovino lavoro perché non sono sufficientemente formate. I dati dell’Inps di febbraio 2020 dicono invece che le donne hanno in media titoli di istruzione più alti degli uomini: se non trovano lavoro o non riescono a tenerlo è probabilmente per altri motivi». Ma le reazioni politiche sono ancora più dure, con la senatrice di FdI Isabella Rauti che attacca la scelta del Governo sul Bonus casalinghe: «una mancetta, il corrispettivo del bonus monopattino, con il quale il governo ha pensato di risolvere problemi complessi come quelli legati alla ripartenza post-Covid». La senatrice di Fratelli d’Italia, nonché responsabile nazionale del dipartimento “Pari Opportunità”, spiega poi a Repubblica «allibita dall’inadeguatezza della proposta, dall’anacronismo lessicale e da un approccio cosi superficiale rispetto alle criticità dell’occupazione femminile. I tre milioni stanziati sono ‘spicci‘ per una mancetta anche abbastanza umiliante. In pratica si dice alle donne di starsene a casa a fare corsi di formazione per un eventuale futuro lavorativo».