I bonus Covid hanno spesso acceso il dibattito a livello politico. Tra bonus mobilità (per bici e monopattini) e bonus Pc-tablet, il Governo ha stanziato denaro a pioggia. Ma queste agevolazioni chi hanno aiutato? A questa domanda hanno provato a rispondere Milena Gabanelli e Fabio Savelli per il Corriere della Sera. E non ci sono delle notizie positive: i soldi erogati non hanno aiutato soprattutto chi ne ha veramente bisogno, finendo anche ai più abbienti. Partiamo dal bonus mobilità, progettato per evitare di affollare i mezzi pubblici delle città in tempo di pandemia: non sono mancati i problemi, considerando che il click day ha mandato in tilt il server, troppo piccolo per gestire centinaia di migliaia di richieste tutte insieme. Ma non è questo il principale problema: l’agevolazione (fino a 500 euro di sconto a chi acquista una bici) è andata ai primi che hanno avuto accesso al click day, compresi i ricchi, a discapito di coloro che hanno minore disponibilità economica. «Sarebbe stato più equo concedere uno sconto più alto a chi sta sotto una certa soglia di reddito e, magari, attraverso la più semplice forma di detrazione d’imposta», la posizione di Dataroom.



BONUS COVID, DANNEGGIATI I MENO ABBIENTI

Un altro bonus Covid che ha fatto parecchio discutere – per come impostato – è il bonus connettività, dedicato all’acquisto di pc e tablet. Come previsto dal Governo, l’agevolazione è di 500 euro (200 euro per i dispositivi e 300 per attivare una connessione veloce) per chi ha un Isee inferiore a 20 mila euro e di 200 euro per chi è sotto i 50 mila euro. Ma, spiega Dataroom, la misura danneggia in questo caso chi non dispone di internet veloce, ovvero il 40% degli italiani. Basti pensare che «fra questi gli 11 milioni di cittadini che abitano in zone a fallimento di mercato, dove la fibra non arriva e tanto meno un’adeguata connettività a 30 mega (lo standard di efficienza minimo)». E con un bonus connettività pensato in questo modo il rischio è che chi ne ha veramente bisogno non faccia nemmeno richiesta. Tutt’altro discorso per tutti quelli che dispongono già di una rete veloce e che grazie all’agevolazione può contare su un potenziamento della connettività. E c’è anche un altro problema, quello legato alle frodi ed ai controlli inesistenti: «Il governo infatti non ha affidato l’onere dei controlli Isee all’Inps, che ha tutti i dati, ma agli operatori telefonici che a loro volta chiedono un’autodichiarazione».

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