Sono oltre 17 i milioni di euro di frodi sul bonus cultura, secondo un rapporto della Guardia di finanza che sintetizza i risultati delle indagini effettuate su 18 App dal 2018 al 2020. Il documento, reso noto dall’AGI, ha evidenziato i meccanismi fraudolenti più utilizzati. Attraverso piattaforme come Instagram, Facebook, Telegram, venivano acquistati i voucher, ma non è l’unica “truffa”.



In altri casi il bonus è stato speso nel periodo temporale successivo alla scadenza del periodo di validità. Inoltre sono state acquistate apparecchiature elettroniche non consentite dalla normativa con la simulazione dell’acquisto di un bene consentito, poi scambiato con altri oggetti. Si sono registrati anche furti di identità digitale Spid per accedere alla piattaforma 18 App e generare il codice del buono da spendere. I casi scovati dalla Guardia di finanza sono state ora segnalate alla magistratura penale e alle prefetture.



Bonus cultura, le indagini della Guardia di finanza

Il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di finanza ha portato avanti iniziative per consentire alla componente territoriale del Corpo segnalazioni operative di individuare eventuali frodi nell’utilizzo del programma 18 App, collegato al bonus cultura. Il monitoraggio è stato portato avanti sulla base delle informazioni acquisite tramite rilevamenti dalle banche dati. Tra questi sono stati analizzati gli esercenti presso cui 100 o più beneficiari del bonus lo avevano utilizzato in un’unica soluzione per l’intero importo o per una somma superiore a 250 euro in più buoni spesa.



Nel corso delle indagini, sono state portate avanti ispezioni negli esercizi commerciali sospetti, per acquisire informazioni sulle modalità di spesa. I finanzieri hanno inoltre effettuato dei riscontri dell’effettiva giacenza di magazzino dei beni ceduti in base alla disponibilità. Le truffe sono state segnalate alla magistratura penale e alle prefetture. Dove possibile, la Guardia di finanza ha attuato dei provvedimenti cautelari per il recupero delle somme spese indebitamente.