Dopo tante discussioni la Commissione finanze della Camera dei Deputati ha dato una svolta al destino sia di alcuni bonus edilizi come il superbonus 110%, per cui è stata chiesta e ottenuta una proroga a particolari condizioni, sia per altre tipologie. vediamo insieme quali nuovi cambiamenti sono stati decisi.

Bonus edilizi 2023: novità per il Superbonus 110% e i crediti incagliati

Il sistema dei bonus edilizi 2023 che ha sostenuto l’economia da due anni a questa parte e che pareva definitivamente affossato dopo il decreto del 16 febbraio scorso, è stato ulteriormente modificato e le decisioni prese sono una boccata d’ossigeno per quanti erano rimasti in apprensione per via dei cantieri bloccati e cessione dei crediti incagliato. Ciò lungi dal trovare una soluzione definitiva, ma almeno è un primo passo verso lo sblocco della gran parte delle problematiche legate ai bonus.



Come ci si sarebbe aspettato, i proprietari di villette che abbiano effettuato almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, potranno avere una proroga fino al 30 settembre 2023. Però per poter fare in modo che tutto funzioni, serve la collaborazione delle banche. La soluzione proposta dal governo è l’istituzione di uno strumento finanziario con la partecipazione delle grandi società pubbliche per acquistare e rivendere i crediti incagliati. ciò coinvolgerebbe almeno la quota dei 19 miliardi bloccati (ma non della totalità dei crediti).



Secondo il ministro dell’Economia, le banche e l’azienda Poste italiane avrebbero annunciato di ricominciare ad acquistare questi crediti grazie ad una maggiore certezza giuridica. Di questa voce, del resto, se ne parlava già da alcune settimane. Attualmente, è in corso la creazione di una piattaforma che coinvolgerà banche e società statali, come Enel X, per agevolare la gestione dell’arretrato dei crediti.

Bonus edilizi 2023: proroga al 30 settembre per le villette e rateizzazione decennale

Il decreto superbonus prevede la proroga al 30 settembre del 2023 dell’agevolazione al 110% per villette, che alla data del 30 settembre dello scorso anno avevano effettuato almeno il 30% dei lavori.



Per chi non ha concluso il contratto di cessione dei crediti del 2022 entro il 31 marzo, c’è la possibilità di effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre 2024 con la ‘remissione in bonis’, pagando una sanzione di 250 euro.

La cessione e lo sconto in fattura vengono mantenuti per l’eliminazione delle barriere architettoniche e anche per gli istituti per le case popolari (Iacp), le onlus e il terzo settore, e per i lavori su immobili colpiti da eventi sismici e anche per l’alluvione delle Marche.

Tra le novità principali inserite nel testo, anche la possibilità per intermediari finanziari e assicurazioni di utilizzare i crediti per sottoscrivere emissioni di buoni del Tesoro da 10 anni per smaltire fino al 10% dei crediti scontati annualmente. Quindi le ancore di salvataggio, come era stato già annunciato, sarebbero state le banche. Ovviamente ciò può valere solo per una parte dei crediti, ma si tratta di un primo passo verso la risoluzione del problema.

Il ricorso agli F24 è stato scartato in quanto genererebbe problemi di cassa. Il deputato leghista ha annunciato la possibilità per i contribuenti che hanno fatto lavori col Superbonus e portano le spese in detrazione di spalmare lo sconto su 10 anni anziché 4, utilizzando così maggior spazio fiscale su più annualità. Infine, è stato esteso a tutti i cessionari che acquistano crediti da una banca lo scudo dalla responsabilità in solido per chi acquista i crediti del Superbonus.