I bonus edilizi per le seconde e terze case resteranno soltanto un “bel ricordo”. La decisione è stata comunicata direttamente dalla Premier Giorgia Meloni durante l’assemblea alla Confindustria. La misura è stata essenziale per recuperare il gettito fiscale perso in quest’ultimi anni.

Se ciò dovesse essere approvato in Manovra sarebbe una completa rivoluzione, visto che sia il Superbonus che le ristrutturazioni edilizie (inclusi gli interventi per migliorare la classe energetica) non potranno esser più concessi a tutti gli edifici residenziali.



Stop ai bonus edilizi: forse resta l’Ecobonus

Lo stop ai bonus edilizi è stata una decisione mirata e quasi obbligata. Lo Stato ha avuto un esborso importante che ha contribuito a peggiorare la sua posizione debitoria. Soltanto il Superbonus è costato 220 miliardi di euro.

La prossima Legge di Bilancio potrebbe abolire alcuni bonus per la casa 2025 o limitarli alle prime abitazioni. Come ad esempio l’Ecobonus che potrebbe valere soltanto per la prima abitazione e patto che si abbia un reale miglioramento della classe energetica.



Gli emendamenti da esaminare sono tanti e i tempi eccessivamente stretti. Questo implicherebbe – da parte del Governo – un blocco preliminare con conseguenti rischi di non avere più agevolazioni fiscali.

Al momento restano in vigore le protezioni sugli accertamenti degli ultimi 5 anni e i nuovi sgravi fiscali a favore degli stranieri.

Tra incognite e problematiche

L’Italia ha chiesto di rinviare al 15 ottobre la presentazione della Legge di Bilancio a Bruxelles (anche altri 15 Paesi hanno chiesto di spostare il termine che era in scadenza al 20 settembre).

Il nostro Governo è alle prese con le risorse finanziarie che sono troppo poche per accontentare tutti. I bonus edilizi quasi sicuramente saranno dimezzati o limitati come accennato alle prime case.



E le difficoltà aumentano gradualmente, giusto per dirne una: i fondi cofinanziati dall’Unione Europea non potranno più esser riprogrammati per risparmiare qualcosa a livello fiscale.

L’Erario potrà creare spazi di bilancio rinviando gli investimenti pubblici al quale però non potrà esimersi, o potrà farlo con delle forti limitazioni.