Nel 2021 e 2022 il welfare che ha sostenuto le aziende dell’edilizia è stato un volano per l’economia, anche se alle casse statali è costato anche troppo. Ad esempio il superbonus 110%, l’ex premier Mario Draghi non avrebbe voluto nemmeno riconfermarlo ma è stato riconfermato in misura ridotta. Dall’anno prossimo infatti sarà corrisposto solo l’80% delle spese e poi entro il 2025 il 65% delle spese. Giorgia Meloni spera invece di creare un super bonus unico nella misura del 65%. Oltre ai costi per lo stato, ci sono anche numerose truffe che hanno necessitato di leggi apposite. Ma come fa l’Agenzia delle Entrate a scovare i crediti falsi e le situazioni illecite? Ecco alcuni chiarimenti
Bonus edilizi: le comunicazioni e la documentazione da presentare
Per ottenere un bonus edilizio ci sono alcune certificazioni obbligatorie, date da rispettare e una certa impalcatura burocratica a cui riferirsi per poter rispettare i sistemi di controllo messi in atto dell’Agenzia delle Entrate. Anzitutto è necessario presentare il visto di conformità, un documento che conferma la veridicità di tutte le informazioni che riguardano i lavori di ristrutturazione per cui si richiede l’accesso al bonus. In particolare questa documentazione viene fornita da alcuni professionisti, periti, consulenti e dottori commercialisti ed è utilizzata per il superbonus 110%.
Poi abbiamo l’asseverazione, un documento che contiene informazioni di tipo tecnico che riguarda i lavori svolti per cui si chiede il credito fiscale. Questa documentazione viene rilasciata dagli architetti, ingegneri e geometriche confermano la congruità dei lavori svolti e delle spese sostenute.
Bonus edilizi: i controlli dell’Agenzia delle Entrate
Tutto ciò dunque che riguarda i lavori va poi inserito all’interno del sito apposito, messo a punto dall’agenzia delle entrate.
A questo punto l’Agenzia delle Entrate entra in atto per verificare se quanto è stato dichiarato all’interno di questa documentazione è a tutti gli effetti corrispondente a verità.
Per farlo l’Agenzia delle Entrate utilizza alcuni indici che servono a rilevare l’incoerenza reddituale, l’incoerenza tra valore del credito e profilo finanziario, sproporzione tra l’ammontare dei crediti ceduti e il valore dell’immobile, mancato svolgimento dei lavori.
L’Agenzia delle Entrate dà anche la possibilità di trasferire il credito fiscale ad altri soggetti come le banche e le imprese.