Il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico non si dimette e anzi rilancia: nella videoaudizione alla Camera sul bonus P.Iva, il n.1 Inps ribadisce «noi non abbiamo mai dato i nomi alla stampa» e il criterio seguito è stato nei mesi dell’emergenza «prima si paga, solo poi si controllano eventuali violazioni». Iniziando l’audizione, Tridico spiega che «dal 15 aprile in poi sono stati pagati i vari bonus Inps da 600 euro secondo quanto stabilito dal Decreto Cura Italia», spiegando di aver pagato 13 milioni di casse integrazioni e 4 milioni di bonus nei mesi durissimi della fase 1. Il n.1 Inps elenca tutte le prestazioni erogate dall’Istituto tra marzo-aprile-maggio, ovvero 13,3 milioni di persone servite da Inps nel momento più duro della pandemia: «tutto il Paese in quel periodo ha avuto a che fare con l’Inps». Venendo al Bonus, Tridico conferma di aver pagato senza controlli di secondo livello preventivo (ovvero quelli dell’anti-frode) «per via dell’emergenza e rapidità che avevamo promesso»: basandosi sugli archivi dei lavoratori, spiega Tridico «è lì che abbiamo potuto controllare se si trovavano altri trattamenti pensionistici obbligatori che avrebbero escluso l’adesione al bonus».
Il presidente ha ricevuto le segnalazioni su soggetti che non avevano diritto a questo bonus (circa un migliaio di cittadini), ma da metà aprile in poi la commissione anti-frode si è concentrata sul verificare se vi erano altri trattamenti pensionistici che avrebbero impedito l’adesione al bonus: «vi erano 40mila cittadini segnalati tra cui anche amministratori locali e politici nazionali visto che avevano già loro trattamenti previdenziali separati e così andassero approfonditi come controllo». Questi dati sono stati incrociati dai dati dei richiedenti bonus, visto che nel caso dei bonus non si avevano elementi necessari per capire tutti gli eventuali trattamenti presenti: «i controlli sono in corso ancora oggi, l’emergenza ci imponeva di pagare gli ammortizzatori ma ora stiamo cercando di capire come e da chi sono stati fatte quelle richieste».
La direzione centrale dell’Inps, prosegue Tridico giustificando l’istituto, «ha ritenuto di pagare subito i bonus ai politici perché non sono stati ritenuti in prima istanza i vitalizi e fondi politici come primario trattamento pensionsitico ma non è escluso che dopo le varie verifiche successive questo non cambi direzione». L’esigenza era pagare subito e non controllare, «questo è stato fatto e su questo ci siamo mossi. Ora però stiamo controllando al meglio e con più calma emergono tutti i vari casi sospetti», spiega il n.1 dell’Inps. Chiudendo l’audizione Tridico aggiunge «io e l’Inps non abbiamo mai pensato ad azione manipolata per fare uscire queste notizie. I nomi non li dà l’Inps, noi garantiamo la privacy: sono solo autodenunce. Qualcuno ha trafugato le notizie ma noi non c’entriamo, abbiamo iniziato ad indagare internamente». Il 7 agosto il direttore di Repubblica Molinari annuncia della notizia dei furbetti e chiede i nomi, svela Tridico «io non ho mai dato le notizie e i nomi, chi mi accusa le rimano subito al mittente. Guardate la luna e non il dito, guardiamo ai problemi seri come l’evasione da 115 miliardi di euro». Durissimo il primo intervento del deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo «è uno scempio quello che lei ha fatto, le chiedo di dimettersi per non essere stato in grado di gestire bonus, Cig e Reddito di Cittadinanza».
TRIDICO SOTTO IL FUOCO DI CDX E ITALIA VIVA
Renzi con Italia Viva e il Centrodestra compatto chiedono le dimissioni del Presidente Inps Tridico, mentre ormai sta per cominciare la videoaudizione sul tema scottante del bonus 600 euro dato a 5 parlamentari: «vogliamo trasparenza e chiarezza, anche se appare palese l’uso politico dell’Istituto in relazione al prossimo referendum sul taglio dei parlamentari. La nostra seconda richiesta, invece, è dovuta alla gestione inefficiente e dilettantesca dell’Inps messa in atto in questi mesi dal suo presidente», attacca Mariastella Gelmini, capogruppo Forza Italia alla Camera chiedendo di conoscere i nomi dei deputati coinvolti nella vicenda e, allo stesso tempo, «FI chiederà le dimissioni di Tridico». La Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, renziana, ancora più dura «L’Inps è ancora un istituto che gestisce le risorse dei cittadini, dei pensionati, dei lavoratori italiani o e’ diventato uno strumento affine e di supporto a movimenti politici? Non si capisce questa gestione inqualificabile». Del tutto compatto a difesa di Tridico il Movimento 5 Stelle con il viceministro Cancelleri che parla di «fantapolitica» l’ipotesi delle dimissioni.
SPUNTA TERZO “FURBETTO”: È RIZZONE DEL M5S
Tutto pronto per la videoconferenza alle ore 12 del Presidente Inps Pasquale Tridico dopo che nelle ultime ore è emerso il nome anche del terzo “furbetto” che ha percepito il bonus 600 euro per P.Iva: si tratta di Marco Rizzone, deputato M5s già deferito dal capo politico 5Stelle Vito Crimi. Rizzone è ora componente della commissione attività produttive della Camera e della commissione d’inchiesta sulle Banche: Crimi aggiunge «ho deferito il deputato Marco Rizzone al Collegio dei Probiviri chiedendone la sospensione immediata e massima severità nella sanzione». Assieme a Dara e Murelli sono questi tre deputati ad aver chiesto regolarmente il bonus Inps e ora si ritrovano tutti e 3 sospesi/deferiti da propri gruppi politici: mancano all’appello però i due parlamentari che hanno chiesto ma non ottenuto alla fine il Bonus e su questi si concentrano i fuochi incrociati su Tridico alla prova dell’aula di Montecitorio, seppure con video audizione. Il Centrodestra compatto chiede le dimissioni immediate di chi non ha saputo gestire neanche questa vicenda dopo le “giustificazioni” su RdC e Cassa Integrazione; Renzi si accoda nel chiedere il passo di lato di Tridico, M5s e Pd provano a fare quadrato ma la posizione dell’ex professore candidato col Movimento si fa sempre più complicata. Nell’audizione di oggi in diretta video streaming su CameraTv potrebbe fare i nomi degli altri due deputati “furbetti” ma al momento nulla è confermato secondo le blindatissime stanze dell’Inps.
OGGI L’AUDIZIONE DEL PRESIDENTE TRIDICO
Alle ore 12 si terrà alla Camera l’audizione del Presidente dell’Inps Pasquale Trifido in merito allo scandalo del bonus 600 euro per P. Iva-autonomi richiesto e ottenuto da almeno 5 parlamentari nei primi due mesi dell’emergenza Covid-19: l’Ufficio di Presidenza della Commissione Lavoro di Montecitorio sentirà prima l’intervento del n.1 Inps e poi potrà svolgere le domande specifiche sui tanti nodi non chiari sulla vicenda che ha dominato l’agone politico in questa ultima settimana, scatenando polemiche, attacchi e nuovi sentimenti “anti-casta” a poche settimane dal Referendum sul taglio dei parlamentari. In questa sede i deputati potranno fare domande a Tridico sull’erogazione del bonus 600 euro per le partite Iva, e come riferito da fonti della Camera mercoledì scorso «anche eventualmente sui nomi dei parlamentari beneficiari». L’audizione arriva dopo il via libera del Garante della Privacy alla pubblicazione dei nomi dei “furbetti” che avrebbero ricevuto il bonus 600 euro – in maniera del tutto legale, occorre ricordarlo – rispettando i requisiti inseriti nel Dl Cura Italia del 17 marzo 2020 (anche se i primi soldi agli autonomi sono arrivati da metà aprile in poi, ndr) da parte dell’Inps. «Questa è la sede parlamentare opportuna in cui affrontare la vicenda dei deputati che hanno richiesto il bonus partite Iva nei mesi scorsi. I deputati potranno dunque porre tutte le domande necessarie per fare definitivamente chiarezza su quanto accaduto», ha spiegato il Presidente della Camera Roberto Fico ribadendo l’invito ai parlamentari all’autodenuncia, alle scuse e alla restituzione delle cifre incassate (12oo euro, i due bonus di marzo e aprile).
CAOS BONUS 600 EURO: COSA È SUCCESSO
Lo “scandalo” nasce da un primo articolo di Repubblica dello scorso 9 agosto dove viene data notizia che tra i riceventi il bonus 600 euro destinate a Partite Iva e lavoratori autonomi – ideato per sostenere le prime difficoltà nella acuta fase 1 Covid-19 – vi sarebbero 5 parlamentari della Camera, e circa 2mila tra consiglieri regionali e comunali in tutta Italia. La polemica scorre sui social e in brevissimo tempo anche tutti i partiti politici si schierano contro i cosiddetti “furbetti” chiedendo all’Inps di pubblicare la lista dei nomi che hanno percepito il bonus. Da qui vanno fatti una serie di distinguo per capire bene la vicenda che oggi in diretta video streaming il Presidente Inps Pasquale Tridico dovrà illustrare nel dettaglio: diversi consiglieri comunali hanno subito autodenunciato di aver ricevuto il bonus spiegando che non si possa fare un paragone tra gli stipendi dei deputati e quelli dei rappresentanti locali, dove spesso i gettoni presenza nei Comuni non possono rappresentare un concreto “secondo” stipendio come invece accade in Parlamento. In secondo luogo, la “caccia” ai furbetti è scattata con nuovi sentimenti anti-casta che riaffiorano prepotentemente, tanto che i primi due parlamentari della Lega che avrebbero ricevuto il bonus – Andrea Dara e Elena Murelli – sono stati sospesi a tempo indeterminato dal leader Matteo Salvini sulla scia delle forti polemiche. La deputata di Italia Viva Michela Rostan invece, dopo l’uscita del suo nome sui giornali, nega di aver ricevuto il bonus e rilancia «accusata falsamene di aver richiesto il bonus, sono pronta a chiedere i danni all’Inps». Infine anche il Movimento 5 Stelle, nella serata di ieri ha deferito ai probi viri Marco Rizzone, il parlamentare “mancante” all’appello dei furbetti, per il quale Vito Crimi, accodandosi ai toni già espressi da Salvini per quanto riguarda i parlamentari della Lega, ha auspicato per il pentastellato «sospensione immediata e massima severità nella sanzione».
TUTTI GLI ATTACCHI A TRIDICO
Dopo la sua relazione Tridico dovrà inevitabilmente rispondere alle molte domande che i parlamentari vorranno fare circa le tempistiche della vicenda Bonus e sulle modalità col quale sono stati fatti i controlli: il Presidente Inps infatti dovrà spiegare ai deputati perché sono stati fatti controlli incrociati tra dati sul Bonus e situazioni previdenziali dei richiedenti, stante l’assoluta legalità della richiesta. Non solo, dovrà anche spiegare il perché una notizia in mano all’Inps da aprile-maggio sia stata tenuta “nascosta” fino alla scorsa settimana: diversi parlamentari e politici sostenitori del No al Referendum sul taglio dei parlamentari accusano Tridico di aver così “fomentato” l’anticasta per raccogliere una piena direzione dell’elettorato nel pieno della campagna elettorale sul voto del 20-21 settembre. Tridico in una intervista al Foglio si è già giustificato dicendo che non è stato lui a rendere noti nomi e vicenda sul bunus 600 euro bensì «una gola profonda dentro l’Inps». Per il leader della Lega Matteo Salvini «Mi domando cosa aspetti a dimettersi un signore come il presidente dell’Inps, che ha pagato i bonus ai parlamentari e non le Cig. Se c’è uno che non è in grado di fare il suo mestiere è il presidente dell’Inps». Grossa polemica viene però sollevata anche contro la modalità stessa con cui è stata scritta la legge dal Governo assieme alla stessa Inps nello scorso marzo, non fissando ad esempio alcun tetto al reddito per i richiedenti: «non vedo alcun profilo di responsabilità penale per i beneficiari o i semplici richiedenti poiché la domanda per usufruirne non era condizionata alla presentazione di documenti, attestazioni, autocertificazioni. Non c’erano requisiti per fruirne: era una classica erogazione a pioggia», ha ben spiegato il professore Giovanni Maria Flick, costituzionalista intervistato ieri dall’Huffington Post.
LA DIRETTA VIDEO STREAMING DELL’AUDIZIONE INPS
Ultima polemica infine è stata sollevata sempre nella giornata di giovedì nel merito della diretta streaming sul canale tv della Camera dei Deputati: in un primo momento infatti non era previsto alcuno streaming pubblico per l’audizione di Tridico, ma dopo la denuncia di FdI («Ho già chiesto che l’audizione venga trasmessa sulla web tv della Camera e mi è stato risposto che non sarà possibile. Insisterò già nei prossimi minuti, non esistono ferie o problemi tecnici innanzi alla situazione che si è creata con Inps», denunciava Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia), ma la mediazione del Governo ha poi confermato la diretta video su CameraTv e YouTube Camera. Lo conferma la deputata Pd Deborah Serracchiani «i tre quarti dei gruppi hanno già comunicato di concordare relativamente all’audizione del presidente dell’Inps Tridico. La trasmissione via web tv dunque avrà luogo e la trasparenza sarà assicurata, non perché un singolo parlamentare o gruppo la chiede, ma perché sussistono le condizioni richieste».