In Manovra spunta il potenziamento del bonus Maroni 2025. Si tratta di un intervento mirato a far restare sul lavoro i contribuenti che hanno già maturato i requisiti per poter uscire anticipatamente. Il benefit è la decontribuzione che viene invece versata direttamente in busta paga (aumentando lo stipendio).

Prima dell’estensione del bonus Maroni – come previsto dalla Legge di Bilancio 2025 – ne potevano beneficiare soltanto gli ammessi alla Quota 103. Dal 1° gennaio 2025 invece, ne potranno godere tutti i lavoratori che raggiungono i requisiti per qualunque forma di pensionamento anticipato.



Bonus Maroni 2025: come funziona e cosa si ottiene

Il bonus Maroni 2025 prevede un potenziamento estendibile a tutti i lavoratori che potrebbero uscire dal lavoro con anticipo (e non più soltanto a chi rientrava nelle condizioni minime per Quota 103), ottenendo l’esonero totale dei contributi INPS che versavano in misura pari al 9,19%.



A patto di avere i requisiti necessari, i lavoratori possono far richiesta direttamente al proprio datore di lavoro richiedendo esplicitamente di aderire all’incentivo di restare al lavoro e rinunciando alla pensione anticipata ordinaria della Fornero.

In parole semplici, l’ottenimento del bonus Maroni non solo prevede un aumento dello stipendio (visto che il 9,19% dei contributi finisce nel salario), ma l’importo è totalmente defiscalizzato (ovvero esentasse).

L’incentivo a rimanere al lavoro non è un obbligo (almeno per ora). L’intervento infatti, non scatta subito dopo aver acquisito i requisiti necessari per la pensione anticipata, ma come già detto va richiesto esplicitamente al proprio datore di lavoro.



L’impatto sulla propria pensione

L’adesione al Bonus Maroni 2025 viene determinata conveniente o non conveniente soltanto sulle proprie considerazioni personali. Il fatto oggettivo è che se è pur vero che il montante contributivo aumenta, allo stesso tempo l’incremento sarà parecchio inferiore.

In sintesi l’incentivo al lavoro permette di godere di uno stipendio più alto solo fino a quando non si va in pensione (soddisfando i requisiti di vecchiaia) ma con la consapevolezza di percepire un assegno previdenziale futuro più basso.

Con molta probabilità il bonus Maroni 2025 risulterà comunque conveniente ai lavoratori con oltre 41 o 42 anni minimi di contributi versati.