Il bonus Maroni 2025 permetterà di poter rimanere al lavoro godendo di vantaggi fiscali importanti. La misura per l’anno successivo è stata estesa anche a chi versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi INPS (un anno in meno per le donne), indipendentemente dall’età anagrafica.

Dall’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) giunge una valutazione concreta: l’incentivo Maroni si considera “conveniente” soltanto nel breve termine, visto che nel lungo periodo il bonus verrebbe assorbito dalla riduzione dell’assegno pensionistico futuro.



Bonus Maroni 2025: come funziona e quando conviene

Il bonus Maroni 2025 prevede la possibilità di aumentare il proprio reddito qualora si decidesse di rimanere sul lavoro pur avendo maturato i requisiti per uscire dal lavoro anticipatamente. Il dipendente si ritroverebbe in busta la quota dei contributi che di norma gli verrebbero trattenuti.



I contributi che vengono trattenuti corrispondono rispettivamente all’8,85% per i dipendenti pubblici, e il 9,19% per i privati. Nel 2025 queste quote saranno esentasse, e dunque non verranno cumulati come reddito Irpef.

La misura viene estesa a due categorie specifiche:

  1. Chi ha maturato 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le lavoratrici donne) per l’uscita anticipata;
  2. Quota 103 contributiva: chi ha maturato i requisiti richiesti da quest’ultima misura, ovvero aver compiuto almeno 63 anni d’età e aver versato 41 anni di contributi previdenziali.

Un esempio pratico e concreto

L’Ufficio parlamentare di bilancio ha provato ad effettuare una stima della reale convenienza del bonus Maroni 2025 considerando un lavoratore di 62 anni con una RAL di 40.000€ che decide di rimanere sul lavoro fino a quando non compie 67 anni d’età.



L’Upb sottolinea di aver tenuto in considerazioni tutti i costi affrontati nel 2024 e le tasse da versare o trattenere in base alla circostanza. Ad esempio simulando in busta paga l’accredito della quota INPS al 9,19% e considerando un Irpef al 35%.

Al netto dei parametri che influiscono sul reddito – sia positivamente che negativamente – il lavoratore godrebbe di 6.876€ in più (solo il primo anno), 5.570€ al raggiungimento dei 63 anni d’età, 4.229€ a 64 anni per poi ridursi a 2.855€ a 65 anni ed infine 1.445€ poco prima di uscire dal lavoro (al 66esimo anno d’età).

Come si nota dall’esempio sul bonus Maroni 2024, più cresce l’età lavorativa e minore sarà il guadagno reddituale. La convenienza va valutata soggettivamente e in base alle proprie esigenze.