Bonus psicologo, nel 2022 appena una persona su 10 ha visto accettata la propria domanda. Il motivo? I fondi stanziati, pari a 25 milioni di euro, si sono rivelati insufficienti. E per il 2023 la cifra sarà ancora più risicata, pari cioè a 5 milioni di euro. I dati forniti da ‘Numeri’, in onda su Sky TG24, parlano chiaro: nel 2022, il primo anno di vita del bonus psicologo, le domande presentate per ottenere questo incentivo sono state quasi 400.000, di cui circa il 60% era stata richiesta da giovani under 35.



Delle 400.000 domande presentate l’anno scorso per il bonus psicologo, appena 41.000 sono state soddisfatte. Si tratta cioè di circa una persona su 10 che ne hanno fatto richiesta. Nonostante il bonus psicologo sia stato prorogato e reso strutturale per il 2023, il problema restano i fondi a disposizione per questa agevolazione. Per quanto riguarda il 2023, sappiamo che il suo funzionamento è ancora in via di definizione, e che sia i tempi sia modi per presentare domanda sono al momento sconosciuti. Secondo le ultime notizie, sembra però certo che l’importo massimo del bonus psicologo per ogni richiedente sia pari a 1.500 euro. Tenendo conto del fatto che i fondi complessivi ammontano a 5 milioni di euro, il calcolo effettuato da Sky TG24 mostra come nel 2023 soltanto poche migliaia di persone potrebbero avere diritto ad accedere al bonus psicologo.



Bonus psicologo, nel 2023 fondi per 5 milioni: “decreto determinerà…”

Bonus psicologo, il nodo dei fondi stanziati potrebbe rendere ancora più difficile l’accesso a questa agevolazione resa strutturale in Manovra per il 2023. Come ha spiegato in commissione Affari sociali della Camera Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, la decisione di rendere strutturale questo incentivo si basa sull’aumento “delle condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, soprattutto post Covid”. Per quanto riguarda il futuro del bonus psicologo 2023 si apprende che “è in corso l’adozione del decreto interministeriale volto a rideterminare i tempi per la presentazione delle domande, gli importi del contributo e i tempi per il suo utilizzo“.



In generale, ha illustrato Gemmato in Commissione, “l’orientamento prevalente è quello di considerare il contributo divenuto permanente sottoposto alla stessa disciplina del contributo erogato una tantum per il 2022. Auspico, pertanto, che in tempi brevi si possa concludere l’iter in corso“.