Il bonus ristrutturazione 2025 potrebbe perdere il suo fascino. Istituito per la prima volta nel lontano 1998 (con il Governo Prodi), e utilizzando ben 19 milioni di volte da parte dei contribuenti italiani, l’anno prossimo la sua percentuale potrebbe scendere (e anche di molto).
A risalire a questo numero è direttamente Il Corriere della Sera tramite il Centro di Ricerche di Mercato i cui numeri sono stati estrapolati dal MEF: dal 1998 al 2022 le richieste per godere della detrazione del bonus ristrutturazione ammontano a 10.758.288. Ma ci sarà la stessa affluenza laddove il beneficio perdesse punti percentuali?
Bonus ristrutturazione 2025: la discesa graduale
Il bonus ristrutturazione nel 2025 potrebbe scendere al 36%, per poi ridursi al 30% nel 2028. La modifica sarà resa valida a partire dall’1° gennaio del prossimo anno, a meno che il Governo non si decida a prendere delle decisioni differenti.
L’incentivo prevederà le stesse condizioni attuali, spalmando il credito in 10 anni e con lo stesso importo. Ma la criticità della riduzione del bonus coinvolgerà anche il sisma bonus ordinario, l’ecobonus, il Superbonus e il bonus delle barriere architettoniche.
Il motivo per cui ad oggi l’incentivo sulle ristrutturazioni è stato molto desiderato è legato sia alla convenienza economica che i proprietari riescono ad ottenere, ma anche per l’assenza della burocrazia che ha facilitato il procedimento.
Possibili modifiche alle norme
Il Governo Meloni intende apportare delle modifiche sostanziali non solo al bonus ristrutturazione già nel 2025, ma anche agli incentivi edilizi, bloccando l’applicazione dei vantaggi sulle seconde case (misura che creerà delle difficoltà soprattutto nei condomini).
I motivi di scarto – a causa ad esempio del reddito – potrebbero creare degli scompigli all’interno dei condomini. E a poter avanzare dei dibattiti probabilmente saranno più i “ricchi”, a cui non manca saper fare bene i conti.
Queste modifiche potrebbero influenzare anche le aspettative del futuro, visto che tra gli obiettivi nel lungo periodo vi è quello di favorire la transizione energetica con costruzioni e ristrutturazioni che riducono il consumo energetico.