Su Repubblica si parla del Decreto Rilancio: pubblicato su Gazzetta Ufficiale, contiene le ultime disposizioni del Governo in tema pandemia da Coronavirus, prevedendo aiuti e finanziamenti ai settori e le famiglie colpiti dal prolungato lockdown. Del settore turismo abbiamo parlato nello specifico ieri, spiegando per sommi capi cosa preveda il decreto; ora però si alza la voce degli addetti ai lavori, scontenti per non avere ancora ricevuto il bonus o per averlo sì ricevuto, ma in forma sbagliata. Come dice Marina Lalli, presidente di Federturismo, ci sono due ordini di problemi: primo, il Governo ha ignorato alcune strutture turistiche (per esempio filiere, parchi a tema, bus turistici) e secondo, “in un momento in cui abbiamo maggior bisogno di liquidità ci si chiede di anticiparne l’80% al cliente”. Come ha detto lei, è più che altro un’incongruenza mentre le strutture hanno bisogno di un aiuto concreto e dunque la speranza è che il testo possa avere qualche miglioramento in sede di Parlamento.
Oggetto del contendere, da parte delle associazioni di settore, è l’articolo 176 del Decreto Rilancio: quello che prevede il bonus vacanza da 500, 300 o 150 euro a seconda dei componenti il nucleo familiare e, come prerequisito, un Isee non superiore a 40 mila euro. Mauro Febbo, assessore al Turismo della Regione Abruzzo, ha già spiegato che al netto della liquidità e dei possibili ritardi da parte delle banche (cosa già avvenuta) il punto focale è quello della confusione: “Noi abbiamo chiesto di eliminare la storia di 80 e 20, che crea solo burocrazia” ha dichiarato, aggiungendo di non poter in alcun modo verificare che un determinato cliente abbia già utilizzato il suo bonus in altre occasioni. “Se si voleva davvero aiutare il turismo bisognava fare altro, a cominciare da un sostegno ai piccoli aeroporti dove atterrano le low cost” ha poi aggiunto.
BUFERA SU BONUS TURISMO
Sul tema della sicurezza il Governo, tramite una sua fonte, ha già risposto spiegando la modalità di erogazione del voucher, che avverrà attraverso una piattaforma che collegherà Agenzia delle Entrate e Inps, alla quale anche albergatore e cliente potranno accedere utilizzando le credenziali Spid. Tuttavia, anche su questo punto non c’è chiarezza: per il responsabile di Turismo Verde, Mario Grasso, sarebbe meglio ricorrere alla rete dei tabaccai o delle Poste, suggerendo la possibilità di usufruire di “mille modi per rendere più lineare le procedure”. Infatti, come sostiene, il credito d’imposta di cui parla il Governo sarebbe un sistema di rimborso decisamente lungo e complesso. Se non altro lui ha avuto anche parole positive nei confronti del Decreto Rilancio, giudicando positiva la strategia per incentivare il settore del turismo.
Infine riportiamo il pensiero di Matteo Altavilla, presidente del Centro Turistico Acli: dubbi anche per lui, e la definizione di procedura “machiavellica”: ha ammesso che quella del bonus vacanza sia un’idea proposta da loro stessi nei periodi di bassa stagione, ma che certo la soluzione prospettata non fosse quella della doppia detrazione. Il motivo? “Mi telefonano molte persone contente per il bonus, ma quando poi spiego come funziona si scoraggiano, pensando che date le modalità non verrà accettato”. Ma uno degli argomenti di protesta principali resta quello di chi è tagliato fuori dal bonus, a prescindere poi dalla complessità dei rimborsi: per esempio Booking.com, famosissima piattaforma di prenotazioni online, che per bocca del suo country manager Alberto Yates ha detto di “non discriminare chi prenota e paga su portali telematici”. Ci sarà ancora parecchio da discutere riguardo il settore turismo…