Il bonus verde ha riscosso un grande successo un anno fa nell’ambito della rosa dei bonus edilizi approvati dal governo e che sono stati modificati e, in alcuni casi, cancellati attraverso il decreto del 16 febbraio 2023, ma il contributo che consente di risistemare le aree a verde per un importo sotto forma di credito d’imposta al 36% fino a una spesa massima di 5 mila euro è rimasto.



Gli italiani si chiedono però se questo contributo possa essere erogato anche per la sistemazione a verde dei balconi. Vediamo insieme quali voci di spesa possono rientrare.

Bonus verde 2023: possono rientrare anche le voci di spesa relative ai balconi?

Il “bonus verde” è un’agevolazione fiscale, destinata a spese di sistemazione delle aree verdi residenziali, ma i limiti della sua applicabilità sono ancora poco chiari per alcuni contribuenti. Il bonus verde 2023 consente di detrarre il 36% per un massimo di 5 mila euro di spese sostenute per la sistemazione a verde degli spazi esterni. Non tutti gli appartamenti o condomini però hanno la possibilità di agire direttamente attraverso la sistemazione e messa in opera di aree a verde esterne, alcuni infatti possono avere come spazio esterno solo un balcone o terrazzo. Ebbene in questi casi quali voci di spesa possono rientrare nell’agevolazione? Sicuramente non l’acquisto di un vaso perché si tratterebbe di un’opera mobile o comunque removibile. Ma per quanto concerne la sistemazione del balcone attraverso contenitori in muratura, queste possono certamente essere detratte, almeno per quelle opere di sistemazione a verde esterne che vengono effettuate fino a dicembre 2024. Secondo la Circolare Agenzia delle Entrate n. 17/E del 2023, l’abbellimento di balconi e terrazzi con fioriere e piante può usufruire del bonus verde solo se questi interventi sono permanenti e parte di un piano di miglioramento dell’ambiente verde residenziale.



Bonus verde 2023: In che modo vengono rimborsate le spese?

L’altro argomento da affrontare sono le modalità di rimborso delle aree sistemate a verde: come abbiamo detto queste concernono una percentuale sotto forma di credito d’imposta al 36%. Ma le spese devono essere ovviamente corredate da una fattura, un preventivo una documentazione (dove richiesta) di inizio lavori e delle relative concessioni e i pagamenti devono avvenire (sulla base della legge di bilancio 2021) attraverso mezzi tracciati.

Quello che non può rientrare nel rimborso sotto forma di credito d’imposta sono le spese ordinarie di manutenzione periodica dei giardini preesistenti, a meno che queste non siano parte di un intervento di modifica significativa. La potatura periodica e l’irrigazione dell’impianto esistente sono esempi di spese escluse dall’agevolazione. Inoltre, i lavori fai da te non rientrano tra le spese idonee per ottenere il bonus.