Claudio Borghi torna a parlare del Mes. Lo ha fatto dopo che Dominique Laboureix, presidente dell’organismo di risoluzione bancaria, ha dichiarato che è uno scudo contro le crisi bancarie. Il senatore della Lega replica ricordando che la Svizzera per salvare Ubs ha speso 207 miliardi, in particolare lo ha fatto la Banca centrale svizzera. «E le banche sistemiche le salvano solo le banche centrali. Tutti gli altri meccanismi sono decisamente poco utili». Ne parla a La Verità, soffermandosi anche sul tema delle tasse. «Ogni giorno qualsiasi governo sa che deve tassare qualcuno per fare delle cose nei confronti di qualcun altro». Quindi, sul tema dei profitti straordinari, Borghi spiega che non è sbagliato tassare i guadagni straordinari, «anche perché, quando le banche vanno male, spesso poi è il governo a doverci mettere dei soldi dentro».
Riguardo a eventuali problemi di comunicazione riguardo la misura, Borghi ci tiene a precisare che ne era all’oscuro anche lui e che «la decisione è stata presa da poche persone dentro al governo». In questo caso, dunque, «la segretezza ha avuto un costo». Una segretezza che ha provocato anche la reazione della Banca centrale europea. Più che commentare ciò, Borghi ricorda quanto accaduto nell’estate 2011, quando faceva il commentatore economico per Il Giornale. «La lettera fu una delle cose che mi fece capire che stavamo andando in una direzione pericolosissima per la democrazia e per la sicurezza dello Stato». Il senatore della Lega parla di «fine della democrazia» e «nascita della dittatura finanziaria». Da allora iniziò a parlare di «fuga dalla trappola monetaria».
DAL LIBRO DI SARKOZY ALLA MANOVRA
Claudio Borghi non riesce, invece, a non commentare le anticipazioni sul libro di Sarkozy, che volle le dimissioni di Silvio Berlusconi. «Sei stato tu e la tua socia di risatine Merkel a condannarci, decidendo che si dovevano imporre perdite ai detentori di titoli di Stato greci e liberando dalla gabbia il mostro dello spread, e ancora adesso te ne esci che la colpa era di Berlusconi e che “l’avete dovuto rimuovere”? Sempre a proposito di democrazia… la sovranità non sparisce mai. Se la cediamo se ne appropriano altri. In quel caso Francia e Germania», dichiara il senatore della Lega a La Verità. Per quanto concerne, invece, la legge di Bilancio, Borghi rimarca che ci sono due spinte contrastanti. Da un lato, l’alta inflazione, dall’altro la scarsa crescita. «Dato che l’inflazione non dipende appunto dalla forte crescita, dico che il deficit che faremo non sarà a mio avviso tanto quanto quello che servirebbe al Paese». Di sicuro, il governo Meloni non vuole penalizzare nessuno.
“CRESCITA ITALIA? STIAMO SISTEMANDO LE COSE”
Sulla reazione rabbiosa contro la decisione della Regione Piemonte di limitare la circolazione delle auto sotto classe euro 5, Borghi chiarisce: «Abbiamo un governatore che è stato costretto da una sentenza della Corte di giustizia europea. Di nuovo qualcuno che dall’esterno dice a chi governa di fare cose che gli elettori non gli hanno detto di fare. E chi fa politica rischia da un punto di vista penale ed amministrativo. Ma in questo caso, avendo un governo che lo spalleggia, può resistere. E noi faremo la nostra parte». Tra le riflessioni di Claudio Borghi ce n’è una anche sulla crescita dell’Italia.
«Stiamo cominciando a sistemare le cose. Lo dico a quelli che “senza Draghi saremmo finiti chissà dove”. Che fanno il paio con quelli che prevedevano che la Gran Bretagna sarebbe sprofondata nell’oceano dopo la Brexit. Servirebbero tanti investimenti statali. Tanti ponti sullo stretto di Messina. Ma ogni anno». Infine, sulla grande riunione in casa Lega prima delle vacanze, con la squadra economica da Matteo Salvini, il senatore del Carroccio chiarisce che sono stati affrontati due grandi temi nelle riunioni politiche. «Quello che si dovrebbe fare e quello che si può fare date le condizioni. A me piace parlare di ciò che si dovrebbe fare ma è quasi sempre il secondo tema che ovviamente monopolizza le discussioni…».